Tumori del fegato, esperti a confronto su nuove terapie

di oggisalute | 13 novembre 2020 | pubblicato in Attualità
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“Nuovi modelli metodologici e di gestione clinica nel trattamento dell’epatocarcinoma avanzato”. Questo il titolo dell’evento di formazione a distanza in programma sabato 28 novembre dalle 10 alle 16, che approfondirà tutte le novità terapeutiche per la cura dei tumori del fegato in stato avanzato. L’incontro si colloca nell’ambito di un percorso di collaborazione multidisciplinare tra epatologi, radiologi, chirurghi e oncologi che rientra nell’attività del Progetto sanitario nazionale della Regione Siciliana, intitolato “Rete multidisciplinare per la diagnosi e la terapia dei tumori primitivi del fegato: un modello di gestione integrata e avanzata tra centri Hub e centri Spoke”.

L’evento scientifico sarà articolato in tre sessioni. Nella prima si discuterà dei trattamenti locoregionali nell’epatocarcinoma in stadio intermedio; nella seconda si affronteranno le problematiche legate ai trattamenti locoregionali in quello intermedio; nella terza sessione infine, si svolgerà una tavola rotonda sul board multidisciplinare nella gestione del carcinoma epatocellulare.

L’epatocarcinoma è un tumore che rappresenta un problema clinico rilevante sia in termini epidemiologici che in termini di mortalità. Tuttora la sopravvivenza globale dei pazienti a 5 anni è intorno al 20 per cento, largamente inferiore all’obiettivo oncologico generale di cura, rappresentato dal 50 per cento a 5 anni. Nella maggior parte dei casi, i pazienti arrivano al primo trattamento già in fase avanzata e pertanto la possibilità di trattamenti radicali è fortemente limitata.

Responsabili scientifici dell’incontro formativo sono Vito Di Marco e Calogero Cammà, professori del Dipartimento Promise dell’Università degli studi di Palermo, nonché coordinatori della rete siciliana per la diagnosi e terapia dei tumori primitivi del fegato.

Calogero Cammà

Calogero Cammà

“Negli ultimi due anni, lo scenario dei trattamenti sistemici è radicalmente cambiato grazie a numerose opzioni terapeutiche sia come prima che seconda linea – sottolinea Cammà. Sono in corso numerosi studi sull’utilizzo dell’immunoterapia sia negli stadi precoci che in combinazione con trattamenti locoregionali. Le numerose innovazioni terapeutiche nell’ambito dei trattamenti sistemici contribuiscono ad aumentare la complessità gestionale del paziente con epatocarcinoma avanzato, che oggi non può prescindere dal coinvolgimento di numerose e diverse professionalità come il chirurgo, il radiologo diagnostico e interventista, il radioterapista, il medico nucleare, il gastroenterologo, l’oncologo, il nutrizionista e lo psicologo”.

Vito Di Marco

Vito Di Marco

“A questo proposito – aggiunge Di Marco – una corretta e appropriata gestione del paziente non può prescindere dalla organizzazione del lavoro in board multidisciplinare nei quali le complesse scelte terapeutiche devono essere condivise dai differenti professionisti. Con questo presupposto in Sicilia è stata organizzata una rete multiprofessionale e multidisciplinare che è formata da 5 centri Hub che hanno una particolare esperienza e ottime professionalità nella gestione dei tumori primitivi del fegato. Questi centri sono il policlinico di Palermo, il policlinico di Messina, l’Ospedale Garibaldi di Catania, l’Ospedale Cervello di Palermo e l’Ismett di Palermo. In questi centri – prosegue lo specialista – i pazienti con tumori primitivi del fegato troveranno equipe multidisciplinari in grado di gestire tutte le fasi diagnostiche e terapeutiche dell’epatocarcinoma. Saranno organizzati dei tumor board telematici multidisciplinari mensili durante i quali tutti gli specialisti discuteranno dei pazienti e decideranno collegialmente la terapia appropriata. Quando ci sarà l’indicazione all’intervento chirugico o al trapianto di fegato il paziente sarà avviato all’Ismett”.

“Al progetto parteciperanno anche oltre 30 centri di oncologia, gastroenterologia, medicina interna e infettivologia delle aziende sanitarie e Asp della Sicilia che avranno il ruolo di centri Spoke dove i pazienti con tumori primitivi del fegato potranno eseguire le indagini diagnostiche di primo livello e successivamente essere avviati ai centri Hub. Gli obiettivi finali del progetto multidiscipinare regionale – conclude Di Marco – sono la riduzione della mortalità per i tumori primitivi del fegato e la riduzione, o meglio, l’annullamento dei trasferimenti o viaggi in altre regioni per curare il tumore del fegato”.

Provider e segreteria organizzativa sono a cura di Biba Group.

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