In arrivo la nuova mano robotica
per i pazienti reduci da ictus

di oggisalute | 25 settembre 2014 | pubblicato in Attualità
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Arriva dai laboratori di ricerca dell’Ircss San Raffaele Pisana di Roma l’ultima frontiera della riabilitazione robotica: si chiama Fex, è una ortesi di ultima generazione per l’assistenza e la riabilitazione della mano in pazienti reduci da ictus. Verrà presentata ufficialmente in occasione della Notte dei Ricercatori che si terrà a Roma domani 26 settembre dalle 9 alle 22 presso il San Raffaele.

Il sistema, ideato dal San Raffaele assieme a Telerobot Labs srl, una pmi italiana attiva da vent’anni nel campo delle applicazioni robotizzate non convenzionali, consiste in un esoscheletro per l’esecuzione dei movimenti di estensione e flessione delle dita.

È basato su una innovativa struttura modulare costituita da componenti meccanici in fase di brevettazione. Tramite un sistema di tendini metallici, la forza di estensione e flessione viene trasmessa da un motore lungo le strutture dell’esoscheletro.

“La struttura anatomica della mano umana – spiega Patrizio Sale, responsabile dell’area di ricerca sulla riabilitazione robotica  del San Raffaele – è complessa per le piccole dimensioni e il numero elevato di gradi di libertà delle dita che di conseguenza rende la progettazione dei dispositivi di riabilitazione robotica un compito molto impegnativo”.

I componenti all’avanguardia del dispositivo Fex lo rendono estremamente facile da indossare e da adattare a dita di qualsiasi lunghezza con o senza limitazioni funzionali, merito della natura modulare dell’esoscheletro. “Grazie ad un sistema sottoattuato adattivo – continua Sale – Fex ha dimostrato di essere in grado di eseguire movimenti di estensione e flessione delle dita senza provocare spiacevoli dolori anche durante la generazione di forze elevate”.

Il team dei ricercatori che ha sviluppato il progetto è composto, oltre che da Patrizio Sale, Francesco Becchi, Giovanni Stellin e Wiktor Sieklicki, ingegneri di Telerobot Labs.

Fex è stata testata sinora su due pazienti (un uomo di 70 anni e una donna di 50), seguendo un primo trial esplorativo. È però in programma un trial estensivo, che valuti cioè l’effetto su più pazienti e sul lungo termine. La sperimentazione clinica sarà avviata a breve presso i laboratori del San Raffaele in collaborazione con Alice Italia Onlus.

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