Università

Le lauree mediche e farmaceutiche
prime per tasso di occupazione

di oggisalute | 23 luglio 2020 | pubblicato in Attualità
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La scelta della facoltà universitaria fa la differenza nel trovare un posto di lavoro. Lo testimonia il rapporto Istat sui livelli di Istruzione e occupazionali in Italia 2019, dal quale emerge che lo scorso anno il tasso di occupazione della popolazione laureata ha raggiunto il livello più alto per l’area medico-sanitaria e farmaceutica (86,8%), seguita da lauree nell’ambito scientifico e tecnologico, le cosiddette ‘Stem’ (83,6%), quelle dell’area socio-economica e giuridica (81,2%) e infine i titoli dell’area umanistica e servizi (76,7%).

Questa associazione tra ritorni occupazionali e ambiti disciplinari è indipendente dal genere e dalla ripartizione geografica. Tuttavia, le differenze nei tassi di occupazione tra le lauree medico-farmaceutiche, Stem e socio-economiche sono più contenute tra gli uomini e nel Centro-nord, mentre per le donne e nel Mezzogiorno, i tassi di occupazione delle lauree nell’area medico-sanitaria e farmaceutica sono decisamente più elevati di quelli degli altri ambiti disciplinari. D’altronde, le opportunità occupazionali risentono del tessuto produttivo che caratterizza l’area geografica di residenza; nel Mezzogiorno, la concentrazione industriale e di impresa è bassa e risulta ridotta anche la domanda di lavoro verso skills tecnico-scientifici. Il divario di genere nei ritorni occupazionali, a sfavore delle donne, rimane elevato e anche per i corsi a maggiore occupabilità tra quelli Stem; come ad esempio ingegneria e architettura.

Secondo il rapporto Istat, inoltre, nel 2019, il 24,6% dei laureati (25-34enni) ha una laurea nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche. Il divario di genere è molto forte: il 37,3% degli uomini ha una laurea Stem contro il 16,2% delle donne. Le quote si invertono per le lauree umanistiche: 30,1% tra le laureate e 15,6% tra i laureati. Ma gli uomini con laurea Stem in Italia sono meno numerosi rispetto al resto dell’Ue. Lo riferisce il rapporto Istat sui livelli di Istruzione e occupazionali in Italia nel 2019.

Anche le lauree nell’area medico-sanitaria e farmaceutica sono conseguite più frequentemente dalle donne (18,2% contro 14,5% di uomini), mentre per l’area socio-economica e giuridica la proporzione è simile (35,5% tra le laureate e 33,2% tra i laureati). La quota di laureati in discipline Stem non è molto variabile sul territorio, passando dal 23,5% del Mezzogiorno al 25,3% del Nord.

Il confronto con altri Stati indica come in Italia la quota di 25-34enni con un titolo terziario nelle discipline Stem sia simile alla media dei 22 paesi dell’Unione europea membri dell’Ocse (25,4%) e al valore del Regno Unito (23,2), di poco inferiore alla Francia (26,8%) e alla Spagna (27,5%) e più distante dalla quota della Germania (32,2%). Se per la componente maschile, il divario va da un minimo di 6 punti, con la media Ue22 e con il Regno Unito, ad un massimo di 13 punti, con la Germania, per le giovani laureate l’incidenza delle discipline Stem è persino superiore a quella registrata nella media Ue22 e negli altri grandi Paesi europei. Il divario di genere, nelle scelte delle discipline tecnico-scientifiche, appare dunque in Italia un po’ meno marcato che negli altri Paesi europei.

(Fonte: Andkronos)

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