Il tecnico di laboratorio biomedico
nel nuovo sistema sanitario

di oggisalute | 10 luglio 2017 | pubblicato in Attualità
congresso-fitelab

L’evoluzione della professione del tecnico di laboratorio biomedico nel contesto delle nuove necessità del sistema sanitario. Questo l’argomento al centro dell’incontro che si è svolto il 30 giugno scorso a Palermo, nelle sale di Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo, organizzato dalla sezione siciliana della Fitelab, la Federazione italiana dei tecnici di laboratorio biomedico, con il patrocinio del Presidente della Regione Sicilia.

Al convegno dal titolo “TSLB o Medical Scientist”, hanno partecipato, tra gli altri, anche il presidente nazionale di Fitelab, Saverio Stanziale, il tesoriere Salvo Distefano, ed autorevoli personalità della politica nazionale e delle istituzioni regionali. Responsabile scientifico del corso è stato Pietro Li Vigni.

Il convegno ha avuto l’obiettivo di mettere al centro della discussione l’evoluzione della professione sanitaria del tecnico di laboratorio biomedico nel contesto delle nuove necessità del sistema sanitario soprattutto legata alla significativa evoluzione delle componenti organizzativo-assistenziali conseguenti al manifestarsi di alcuni fenomeni, legati, in particolare, al progressivo invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento delle persone fragili con malattie cronico-degenerative da un lato ed alla costante evoluzione scientifica e tecnologica dall’altro e associato alle sfide di sostenibilità, equità, efficacia ed efficienza.

A fronte di un aumento di complessità delle indagini diagnostiche sia in termini di qualità che di quantità, all’implementazione di strumenti di “high technology”, all’information technology, ai processi di certificazione e di accreditamento all’eccellenza, all’implementazione di processi assistenziali ospedale-territorio e di servizi diagnostici secondo modelli di “hub” e “spoke”, si determina la necessità che questo impianto sia sorretto da adeguati modelli organizzativi al fine di consentire la funzionalità dei servizi e la garanzia della qualità delle prestazioni.

“L’attuale ‘Patto per la Salute’ – spiegano Li Vigni e Distefano – evidenzia la necessità della valorizzazione delle risorse umane del Sistema sanitario nazionale per favorire i processi di riorganizzazione dei servizi e non di meno per favorire un’integrazione multidisciplinare delle Professioni Sanitarie intesi come attori che costituiscono valore aggiunto per il Sistema sanitario stesso. Occorre, pertanto, assicurare lo sviluppo professionale del tecnico sanitario di laboratorio biomedico applicando tutte le norme (giuridiche e contrattuali) e potenziando le offerte formative di base e specialistiche per essere in linea con i modelli organizzativi oramai già delineati e anche con l’evoluzione dei bisogni sanitari, delle conoscenze scientifiche, dello sviluppo delle tecnologie, della possibilità di raccogliere, analizzare e comunicare enormi quantità di dati e informazioni”.

All’apertura del convegno ha portato il suo saluto Davide Faraone, sottosegretario al Ministero della Salute, che – spiegano gli organizzatori – “sarebbe invece dovuto intervenire alla tavola rotonda con tutti gli attori della giornata di studio nella seconda parte della giornata, sottolineando la necessità di un maggiore impegno nel cercare sistemi utili al raggiungimento del bisogno di salute che i cittadini chiedono, in questo senso va l’approvazione dei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) e la necessità di professionisti sempre più preparati ed al passo con le innovazioni organizzative e tecnologiche”.

“Il presidente Saverio Stanziale, – proseguono Li Vigni e Distefano nel resoconto dell’incontro – ha posto l’accento sull’agreement professionale spiegando in maniera precisa e dettagliata e anche puntualizzando alcuni concetti non proprio in linea con l’onorevole Faraone, soprattutto in merito alla necessità che siano ben chiari e delimitati ruoli, competenze e professioni all’interno del sistema sanitario. Il concetto viene ripreso dalla dottoressa Bonelli che, forte dell’esperienza pluriennale, come responsabile del Sat (Servizio Aziendale Tecnico Sanitario Riabilitativo e Prevenzione) dell’Azienda socio sanitaria Nord Milano, stigmatizza quelle che devono essere le evoluzioni sia del sistema universitario che nella professione chiamando ad una revisione del percorso scolastico implementando quelli che sono le ormai inevitabili specializzazioni all’interno della medicina di laboratorio e per cui necessitano tecnici specializzati e ridurre gli accessi, invece, all’unica attuale esistente specializzazione in management”.

“Il professore Macaione ha portato il contributo della scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina – proseguono gli organizzatori – puntando soprattutto l’accento sulla necessità di aggiornare il corso di studi per tecnici di laboratorio affidando maggiori ambiti e competenze agli stessi tecnici di laboratorio con specifici insegnamenti e possibilità anche di carriera universitaria. Sulla stessa scia l’intervento del dottor Fiolo, direttore delle Attività Didattiche e di Tirocinio del corso di Studi in Fisioterapia dell’Università di Palermo. L’intervento del dottor Perriera, dirigente dell’Ispettorato dell’assessorato alla Salute della Regione Sicilia, ha posto l’accento sui sistemi di accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private”.

“Altri colleghi – proseguono ancora Li Vigni e Distefano – hanno portato l’esperienza di strutture sanitarie private accreditate, come il dottor Pitucco che ha parlato del ruolo dei tecnici in una struttura di alta specialità quale l’Ismett. Alla ripresa dei lavori del pomeriggio c’è stata l’attesa ed interessante relazione dell’onorevole Teresa Piccione, componente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che ha spiegato l’iter parlamentare ed il senso del cosiddetto Ddl Lorenzin parlando dell’articolo 1 che riguarda la sperimentazione sull’uomo affrontandone le implicazioni, che tale legge delega metterebbe in essere, etiche morali e sociali. Ha richiamato, quindi, l’attenzione sull’articolo che riguarda il riordino degli ordini professionali. Non possono esserci nuovi ordini che abbiano competenze identiche ad ordini già esistenti. L’avvocato Marciante ha affrontato il tema degli aspetti giuridici tra competenza e responsabilità professionale chiarendo la necessità di un’attenzione particolare per i professionisti sanitari i cui percorsi lavorativi, spesso, non sono adeguatamente formalizzati”.

“La tavola rotonda finale, moderata dal dottor Silvestri, consulente del lavoro specializzato in ambito sanitario, – concludono gli organizzatori – è stata molto partecipata soprattutto sugli aspetti messi in risalto negli ultimi due interventi”.

Provider e segreteria organizzativa dell’evento scientifico a cura di Biba Group.

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