Ricerca pubblicata su "Jama"

Vaccini, due anni fa lo studio
“scaccia-dubbi” sull’autismo

di oggisalute | 24 aprile 2017 | pubblicato in Attualità
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Italia nell’occhio del ciclone per quella che a tutti gli effetti è una nuova epidemia di morbillo causata dal calo delle vaccinazioni sul territorio. E a convincere i cittadini che il vaccino non è solo fondamentale per la salute del singolo ma lo è, soprattutto, per la collettività perché in grado di proteggere la cosiddetta ‘immunità di gregge’, sembrano non bastare né le rassicurazioni degli esperti né tantomeno il durissimo monito dell’Unione Europea, che ha tuonato contro gli anti-vaccinisti al grido di “vergognatevi”.

Eppure la correlazione fra vaccini e autismo – quella che maggiormente preoccupa i genitori italiani che decidono di non immunizzare i propri figli – era stata l’oggetto, esattamente 2 anni fa, di un maxi studio pubblicato su ‘Jama’ che aveva spazzato via anche gli ultimi dubbi su una possibile corrispondenza fra la patologia e il siero contro morbillo-parotite-rosolia. Il lavoro, finanziato dal National Institute of Mental Health, dai National Institutes of Health e dal U.S. Department of Health and Human Services, portava la firma di esperti del Lewin Group.

Un’indagine su ben 95.000 bambini – tutti con fratelli più grandi, alcuni dei quali colpiti da autismo – aveva infatti accertato che il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia non è associato a un aumento del rischio di disturbi dello spettro autistico. Risultati che non indicavano dunque nessuna associazione dannosa tra il vaccino e l’autismo anche tra i bambini già a più alto rischio per il fatto di avere un familiare affetto.

Anche se una parte sostanziale delle ricerche scientifiche degli ultimi 15 anni non ha trovato alcun legame tra il vaccino morbillo-parotite-rosolia e i disturbi dello spettro autistico, molte persone continuano ad associarli, scrivevano gli autori. E le indagini sui genitori con bambini autistici avevano dimostrato come molti ritenessero il vaccino una importante concausa della malattia di loro figlio. Questa convinzione, unita alla consapevolezza che i bimbi con fratelli più grandi affetti da autismo sono già a maggior rischio, poteva indurre i genitori a evitare di vaccinare i loro bambini più piccoli. Gli scienziati avevano così voluto approfondire ancora una volta questo tema su un ampio campione di bambini americani con fratelli maggiori con e senza autismo.

Dei 95.727 bambini inclusi nello studio, 1.929 (il 2%) avevano un fratello più grande con autismo. Nel complesso, 994 (1%) bambini del gruppo totale avevano ricevuto una diagnosi di autismo, di cui 134 (il 7%) tra coloro che avevano un fratello già colpito, rispetto a 860 (0,9%) tra quelli con fratelli senza autismo. Il tasso di vaccinazione per morbillo-parotite-rosolia (una o più dosi) per i bambini con fratelli non autistici era dell’84% (78.564) a 2 anni di età e del 92% (86.063) a 5 anni. Al contrario, i tassi di vaccinazione per i bambini con i fratelli più grandi autistici erano inferiori (73% all’età di 2 anni e 86% all’età di 5 anni). L’analisi dei dati ha evidenziato che il vaccino morbillo-parotite-rosolia non è associato a un aumentato rischio di autismo a qualsiasi età.

“Coerentemente con gli studi su altre popolazioni, non abbiamo osservato alcuna associazione tra la vaccinazione morbillo-parotite-rosolia e aumento del rischio di autismo. Non abbiamo trovato alcuna prova, inoltre, che ricevere 1 o 2 dosi di vaccino sia associato a un aumentato rischio di autismo tra i bambini con fratelli maggiori già malati”, scrivevano gli autori su ‘Jama’. Una rassicurazione, supportata da prove scientifiche, evidentemente caduta nel dimenticatoio.

(Fonte: Adnkronos)

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