Rapporto "Clear the Air for Children"

L’allarme dell’Unicef: 300 milioni di bambini respirano aria tossica

di oggisalute | 2 novembre 2016 | pubblicato in Attualità
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Secondo un nuovo rapporto dell’Unicef, circa 1 bambino su 7 nel mondo – ben 300 milioni – vive in aree con i più alti livelli di inquinamento atmosferico, 6 o 7 volte di più rispetto alle linee guida internazionali.

“L’inquinamento è il principale fattore che contribuisce alle morti di circa 600.000 bambini sotto i 5 anni ogni anno e minaccia le vite di altri milioni di bimbi ogni giorno”, ha dichiarato Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef. L’allarme viene lanciato una settimana prima del Cop 22 che si terrà a Marrakech, in Marocco, nel corso del quale l’Unicef chiederà ai leader del mondo di intraprendere azioni urgenti per tagliare l’emissione di agenti inquinanti nei propri Paesi.

Il rapporto “Clear the Air for Children” utilizza immagini satellitari e mostra per la prima volta quanti bambini sono esposti a inquinamento esterno – che supera gli standard contenuti nelle linee guida globali, realizzate dall’Oms – e dove vivono. Sono circa 2 miliardi i piccoli, secondo il rapporto, che crescono in aree dove è presente l’inquinamento esterno, causato da fattori come emissioni dei veicoli, ampio uso di carburanti fossili, polvere, incendi di rifiuti, e che supera i livelli minimi di qualità dell’aria secondo le linee guida internazionali.

Il più alto numero di bambini si trova in Asia del Sud, ben 620 milioni; al secondo posto l’Africa con 520 milioni. Nella regione dell’Asia dell’Est e del Pacifico ci sono 450 milioni di bimbi che vivono in aree che superano i limiti compresi nelle linee guida. “Gli agenti inquinanti non solo danneggiano lo sviluppo polmonare dei bambini ma possono superare la barriera emato-encefalica e danneggiare permanentemente il cervello e il loro futuro. Nessuna società può ignorare l’inquinamento dell’aria”, avverte Lake.

Lo studio effettuato esamina anche le conseguenze dell’inquinamento all’interno (soprattutto delle abitazioni), comunemente causate dall’uso di carburanti come carbone e legna da ardere, che colpisce maggiormente i bambini nei paesi a basso reddito e nelle aree rurali. L’inquinamento all’interno e all’esterno, sottolinea ancora l’Unicef, è direttamente legato alla polmonite e ad altre malattie respiratorie che causano la morte di circa 1 bambino su 10 sotto i 5 anni di età, rendendo l’aria ‘avvelenata’ uno dei principali pericoli per la salute di un bambino.

I bimbi sono molto più sensibili rispetto agli adulti ad entrambe le tipologie di inquinamento, dato che i loro polmoni, il cervello e il sistema immunitario si devono ancora sviluppare in maniera completa e le loro vie respiratorie sono più permeabili. I più piccoli respirano anche più velocemente rispetto agli adulti, e inspirano più aria rispetto al loro peso corporeo. “Noi proteggiamo i nostri figli quando proteggiamo la qualità dell’aria che respiriamo. Entrambi sono fondamentali per il nostro futuro”, incalza Lake.

L’appello dell’Unicef ai leader mondiale che parteciperanno a Cop 22 è di agire il prima possibile nei propri Paesi per proteggere i bambini.

In base ai dati emersi dal nuovo rapporto, queste le richieste dell’Unicef:

1) Ridurre l’inquinamento. Tutti i paesi dovrebbero lavorare per rispettare le linee guida globali sulla qualità dell’aria dell’Oms per migliorare le condizioni di sicurezza e il benessere dei bambini. Per raggiungere questo obiettivo, i governi dovrebbero adottare misure come il taglio delle combustioni di carburanti fossili e investire in fonti di energia efficienti e rinnovabili.

2) Ampliare l’accesso dei bambini alle cure mediche. Investire nell’assistenza sanitaria per i bambini a livello globale, comprese le campagne di vaccinazione.

3) Ridurre al minimo l’esposizione dei bambini. Le fonti di inquinamento come le industrie non dovrebbero essere collocate vicino alle scuole e ai parchi giochi.

4) Monitorare l’inquinamento. È stato provato che un miglior monitoraggio può aiutare i bambini, i giovani, le famiglie e le comunità a ridurre la loro esposizione all’aria contaminata, informando sulle cause e chiedendo un cambiamento che possa rendere concretamente l’ambiente più pulito.

(Fonte: Adnkronos)

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