Un giovane su cinque vede video hard

Sessualità, giovani e pornografia:
tutti i rischi del web

di federica di martino | 4 aprile 2015 | pubblicato in Attualità
sexting-e-cyberbullismo

La charity britannica ChildLine ha condotto uno studio su 700 ragazzi tra i 12 e i 13 anni, rispetto alla fruizione del materiale pornografico in rete. I risultati testimoniano come un giovanissimo su 5 ha già visionato filmati pornografici in rete, mentre circa il 12% ha postato in rete immagini di sè sessualmente esplicite.

I sentimenti associati alla visione di certi immagini sono legati all’inquietudine, tristezza e senso di solitudine. Dati sicuramente rilevanti, che ci interrogano sul rapporto sempre più immediato che i giovani hanno non solo con la sessualità, ma con la pornografia, in quanto racconto esplicito di certe dinamiche relazionali.

Perchè i giovani si avvicinano alla pornografia? La sessualità, vissuta come dinamica intima, legata alla scoperta e alla ricerca individuale, si è tramutata nella esplicitazione di immagini pornografiche di massa, condivise dalla popolazione e divenute ormai di uso corrente e comune. L’adolescente, che si affaccia in età variabile alla sessualità, si trova a fare i conti con modelli di prestazione elevatissimi, spesso irraggiungibili, e in molti casi legati esclusivamente ad un immaginario a cui non potrà mai aderire in maniera fattiva.

All’interno della ricerca emerge come la maggior parte dei ragazzi non individua nel materiale pornografico un’adesione alla realtà; esso non fa altro che contribuire, a livello immaginario, a livelli di rappresentazione propri di una sessualità inaccessibile, da consumarsi entro quei livelli esclusivamente nelle quattro mure della propria abitazione, o nella condivisione tra i pari.

Quali i pericoli di internet? In passato, i rischi maggiori erano legati alla trasmissione di malattie oppure a gravidanze indesiderate. Rischi notevoli, ma che rendevano conto di un rapporto reale con l’altro. Ad oggi invece, la fruizione di materiale pornografico in rete, permette di muoversi su molteplici livelli, sia rispetto alla visione di materiale, ma anche il passaggio da oggetto della visione a soggetto di pratiche come quello del sexting (scambio di sms a sfondo sessuale), oppure alla diffusione di immagini personali.

Cosa possono fare i genitori? Secondo lo studio EU-Kids Online (2013), il 39 per cento dei genitori non sa che i figli sono a contatto con questo tipo di contenuti in rete. Questo rende conto di una mancanza di comunicazione che precede l’accesso alla rete; vietare in molti casi non fa altro che alimentare fantasie rispetto alla sessualità, cosa che potrebbe portare l’adolescente a ritirarsi socialmente da qualsiasi tipo di relazione interpersonale, oppure ad agiti che tendano a sopperire il diniego. Affrontare l’argomento invece, associandolo a buone pratiche di educazione sessuale, può sicuramente permettere al ragazzo di approcciarsi alla sessualità in maniera attenta e soprattutto personale.

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