Intervista all'ortopedico Gianclaudio Grandi

Palermo, nuovo servizio d’ortopedia specialistica alla Maddalena

di giulio giallombardo | 30 marzo 2015 | pubblicato in Cure e terapie
gianclaudio grandi

Un nuovo servizio di ortopedia specialistica è stato attivato alla clinica “La Maddalena” di Palermo. Una volta al mese, i pazienti possono godere di una nuova consulenza grazie alle competenze dell’ortopedico Gianclaudio Grandi, esperto in patologie dell’arto superiore, chirurgo operante presso la clinica “La Vialarda” di Biella nell’Unità Funzionale di Ortopedia diretta da Pier Giorgio Castelli. Un valore aggiunto che arricchisce e completa i servizi offerti dal poliambulatorio del Dipartimento Oncologico palermitano.

Quella dell’arto superiore è una patologia complessa e trasversale, che interessa sia gli sportivi che i lavoratori “pesanti” in ogni fascia d’età, fino a colpire gli anziani nonostante abbiano uno stile di vita più “rilassato”. Per capire meglio di cosa si tratta, abbiamo incontrato Gianclaudio Grandi, in servizio alla Maddalena ogni primo venerdì del mese, che ha tracciato un primo bilancio della sua esperienza nella clinica palermitana.

Dottor Grandi, quando e come nasce la collaborazione con “La Maddalena” ?

“Ho iniziato l’anno scorso. I responsabili della clinica hanno voluto offrire un servizio super-specialistico sulle patologie dell’arto superiore, in particolare quelle della spalla e del gomito”.

Ci parli meglio di questa patologia, chi ne soffre maggiormente?

“È una patologia a 360 gradi, può essere sia traumatica (da grandi traumi ma generalmente di origine micro-traumatica) che degenerativa, colpisce indistintamente uomini e donne di ogni età anche se esistono dei pazienti ‘tipo’ come il giovane sportivo, l’adulto lavoratore manuale, la donna in periodo peri-menopausale e gli anziani in generale. È una patologia molto diffusa anche se non mancano quadri clinici più rari e ‘misteriosi’ che a volte il medico generico fatica ad inquadrare ed è in questi casi che avere uno specialista di riferimento può far comodo”.

Lei arriva da Biella, ha notato qualche particolarità nei pazienti siciliani?

“Ho notato che il paziente siciliano è molto positivo, non ha problemi a spostarsi geograficamente per curarsi al meglio e si impegna al massimo per risolvere il suo problema. I pazienti che vengono da me generalmente sono stati già visitati ed indirizzati dal medico generico. Spesso soffrono di una patologia di una certa gravità e hanno alle spalle una storia di settimane o addirittura mesi di anti-infiammatori, infiltrazioni, fisioterapia, ma che non sono riusciti a risolvere la loro patologia. Qui arrivano pazienti molto motivati e molti di loro mi hanno già raggiunto a Biella per sottoporsi ad un intervento chirurgico. A questo proposito, nei progetti della direzione sanitaria della Maddalena c’è la possibilità di offrire presto ai pazienti un servizio di tipo chirurgico”.

Può tracciare un bilancio di questi primi mesi alla Maddalena?

“Assolutamente positivo. Questa è una struttura all’avanguardia sulla diagnostica per immagini, fattore che a me aiuta molto. Ad esempio, se il paziente che sto visitando ha bisogno di una risonanza magnetica, una tac o una radiografia, può effettuarla in sede e le immagini e il referto sono disponibili in tempo reale per via telematica direttamente nel mio studio”.

Sotto l’aspetto strettamente terapeutico, quali sono le nuove frontiere nella gestione delle patologie dell’arto superiore?

“Oltre alla già consolidata chirurgia artroscopica e alla chirurgia protesica, mi avvalgo di trattamenti innovativi quali l’utilizzo dei fattori di crescita. Si tratta di ‘acceleratori di guarigione biologica’ che vengono prelevati direttamente dal paziente, concentrati, attivati e poi inseriti nel sito dove è la patologia. Questa terapia, pur contribuendo notevolmente a un’accelerazione dei processi di guarigione, non è una cura ‘miracolosa’. Nelle patologie dov’è presente una lesione di un tendine, un legamento o l’usura di un osso, l’intervento chirurgico rimane imprescindibile: attualmente in artroscopia si possono trattare circa l’80% delle patologie della spalla e per il restante 20% di quelle che richiedono un trattamento a ‘cielo aperto’, l’utilizzo di bio-materiali di ultima generazione e le innovative tecniche anestesiologiche e chirurgiche, permettono di operare con una bassissima aggressività e offrono risultati durevoli nel tempo”.

Commenti

  1. Angelo scrive:

    Buongirno Dott. sono un uomo di 58 anni che dopo 25 anni di vita sedentaria ho da un’anno e mezzo ha ripreso a fare sport, sono un ex atleta.
    Da circa 6 mesi ho un dolore alla spalla sx e dopo essermi fatto consigliare da un mio amico medico mi sono sottoposto ad un RMN della spalla.
    Mi è stata diagnosticata un lesione di 2/3 a tutto spessore con un arretramento di 1 cm del tendine del sovraspinoso.
    Pensa che con un intervento in artroscopia con tecnica della rigenerazione del tendine possa, dopo convalescenza, risolvere il problema e possa ricominciare ad allenarmi?

  2. Paola scrive:

    Buon giorno dott. Sono la sig.ra Zappala mi è stato diagnosticata una lesione al tendine sovraspinoso della cuffia spalla destra. Sono 8 mesi che ho dolori e i miei movimenti sono molto ridotti. Ho 64 anni. Mi dicono che con un intervento posso peggiorare la mia situazione. Cosa mi consiglia? La ringrazio x il suo tempo.

    • oggisalute scrive:

      Non so chi possa averle detto che un intervento chirurgico possa peggiorare la sua situazione… sono interventi che necessitano di lunghi periodi di convalescenza (un programma fisioterapico di circa 3-6 mesi a seconda della gravità della lesione) ma che permettono di ottenere ottimi risultati.

      Il mio consiglio è quello di non dare ascolto alle “voci di corridoio” ma affidarsi ad uno specialista della patologia di cui lei è affetta.

      Cordiali saluti.

      Gianclaudio Grandi.

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