Si chiude con successo "Strapalliative Cure" e si prepara al congresso internazionale 2015

Cure palliative, più efficaci se si interviene il prima possibile evitando anche ricoveri inutili

di valerio droga | 17 aprile 2014 | pubblicato in Cure e terapie,Ricerca
dolore cronico

Nella medicina il tempo è tutto o, quantomeno, è parte integrante della cura. L’intervento precoce è fondamentale anche nel campo delle cure palliative, benché in passato siano state considerate semplicemente come una sorta di estrema unzione, cure di fine vita. Le cose non stanno affatto così, come è emerso chiaramente dal congresso “Strapalliative Cure” che si è tenuto a Palermo nei giorni scorsi, suscitando grande interesse e partecipazione. Tre giorni intensi di aggiornamento avanzato nel campo della terapia del dolore.

Tempestività di intervento.
“Intervenire tempestivamente con questo tipo di cure non solo assicura una migliore qualità della vita del paziente, ma, evitandogli lo stress di ricoveri inadeguati e perfino interventi inutili, genera un risparmio notevole dei costi sanitari, per il privato come per il pubblico”. Ad affermarlo è Sebastiano Mercadante, direttore dell’unità di Terapia del dolore e cure di supporto dell’ospedale La Maddalena di Palermo, che del convegno è stato il direttore e promotore. Identificare in anticipo i problemi fisici e psicologici dei pazienti, infatti, permette di prevenire le loro conseguenze nel tempo.

La terapia del dolore dovrebbe, dunque, essere iniziata negli ospedali, dove si possono intercettare precocemente i pazienti che ne necessitano, invece “la divisione cure in hospice e cure domiciliari non ha portato ai risultati sperati, anzi ha relegato le cure palliative ancor più alle cure di fine vita. Il consumo di oppioidi in Italia – denuncia Mercadante, – rimane uno dei più bassi d’Europa“.

Verso un cambiamento culturale.
“Con la nuova legge – continua Mercadante – è ormai più semplice prescrivere gli oppioidi, ma restano delle resistenze nel modo di pensare, che ne relegano la somministrazione il più delle volte all’ultimo mese di vita. L’ostacolo culturale maggiore sta nel considerare il paziente sottoposto a oppioidi al pari di un tossicodipendente, ignorando che dosi e modalità sono sempre prescritte da un medico specializzato, che sarà ben attento a ridurre al minimo le dipendenze e gli effetti collaterali. Gli oppioidi – rassicura il professore Mercadante – sono sicuramente i farmaci più efficaci e sicuri nel trattamento del dolore da cancro, agiscono sul sistema nervoso centrale limitando il traffico di impulsi dolorosi che arriva al cervello“. Di questa svolta culturale, Mercadante è sempre stato un convinto fautore e un pioniere nel nostro paese, in linea con quanto ormai dimostrato dalla scuola di Houston.

La situazione italiana.
Attualmente esistono in Italia alcune centinaia di hospice e di programmi di cure domiciliari, ma non distribuiti capillarmente nel territorio nazionale. La carenza maggiore, afferma il professor Mercadante, è quella delle dei posti letto o unità mobili all’interno dei centri specializzati, come nei dipartimenti oncologici o nelle strutture neurologiche o cardiorespiratorie.

La ricerca.
Il reparto diretto da Sebastiano Mercadante è un punto di riferimento in Italia, non solo per le cure somministrate, sia palliative che di supporto alle terapie convenzionali, ma anche per l’attività formativa e la ricerca, i cui risultati sono stati anche presentati nel corso di queste tre giornate. Sono stati studiati alcuni fenomeni, come il breakthrough pain, ovvero il dolore episodico intenso, per il quale sono state sperimentate nuove soluzioni terapeutiche. In linea con la personalizzazione della medicina, sono stati poi gli studi sulla rotazione degli oppioidi, per un uso personalizzato dei farmaci, delle dosi e delle vie di somministrazione, riducendo al minimo il ricorso a procedure interventistiche molto adoperate nel passato. La ricerca di Mercadante e la sua equipe si è poi anche rivolta ad alcune sindromi complesse come l’occlusione intestinale, che sino a pochi anni fa risultava un fenomeno penoso per i pazienti, trovando delle soluzioni soddisfacenti con una combinazione di farmaci che adesso viene utilizzata in tutto il mondo.

Sulla scorta del grande successo di quest’anno e sull’interesse suscitato all’estero, Sebastiano Mercadante sta già pianificando i lavori per il congresso del 2015, che sarà internazionale.

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