Palermo

Terapia del dolore, a “La Maddalena” un’eccellenza internazionale

di oggisalute | 4 ottobre 2021 | pubblicato in Attualità
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Un riconoscimento d’eccellenza per il Dipartimento oncologico “La Maddalena” di Palermo. Il direttore dell’Unità di Terapia del dolore, Sebastiano Mercadante, appartiene al gruppo ristretto dei maggiori specialisti al mondo sul dolore oncologico degli ultimi dieci anni. Lo rivelano i dati di Expertscape, un’agenzia di rating che certifica il livello degli esperti in tutte le categorie della medicina. In particolare il medico palermitano è risultato essere il primo nel mondo nella specialità “dolore da cancro”. La selezione è basata su un algoritmo di PubMed, motore di ricerca e banca dati degli Stati Uniti, che tiene conto, non tanto del numero delle pubblicazioni scientifiche, ma soprattutto della qualità dei lavori e dell’impatto sulla letteratura.

Un traguardo professionale per Sebastiano Mercadante, già insignito negli anni di altri riconoscimenti internazionali, come l’Award of excellence in scientific research, conferitogli nel 2010 dall’American Academy of Hospice and palliative medicine di Boston 2010, ed il prestigioso John Mendelsohn MD Award, ricevuto nel 2013 dall’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, negli Stati Uniti. Mercadante, inoltre, è membro della lista Top Italian Scientists, gruppo selezionato di autori italiani nel mondo col maggiore impatto sulla letteratura scientifica.

All’interno del Dipartimento oncologico “La Maddalena”, lo specialista ha creato una struttura d’avanguardia dedicata ai pazienti oncologici acuti, per l’approccio precoce con le cure di supporto e del controllo del dolore, a cui recentemente si è affiancato un hospice per i malati in fase avanzata di malattia. “È un riconoscimento che non giunge inaspettato dopo questi lunghi, faticosi, ma meravigliosi anni di carriera – commenta Mercadante – . La maggiore soddisfazione però risiede nel fatto che tutto ciò sia stato possibile a Palermo, da dove ho deciso venti anni fa di non espatriare per altri lidi, attratto dalle sirene dei grossi centri all’estero. Infatti, l’apprezzamento che viene dai miei colleghi è dovuto alla realizzazione di un’attività clinica, scientifica e d’insegnamento ad una latitudine che generalmente non facilita il compito di uno studioso. Ringrazio per questo i miei collaboratori che, con infinita abnegazione, hanno svolto il loro lavoro nelle retrovie, lontano dai riflettori”.

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