Uno studio dell'università di Vancouver denuncia il trend

Cattiva ‘palestra’ televisione, obesità e diabete nel Sud mondo
Auto ed elettrodomestici, i vettori dei nuovi ‘virus’

di valerio droga | 11 febbraio 2014 | pubblicato in Attualità,Ricerca
obesità tv

Quando Karl Popper scrisse “Cattiva maestra televisione” pensava al potenziale diseducativo di una tv serva del mercato, ma forse non immaginava neanche gli effetti che questo mezzo avrebbe apportato a lungo andare anche a livello fisico. Oggi i risultati di oltre mezzo secolo di televisione sono sotto i nostri occhi e riguardano tutti i campi della nostra vita: sociale, psicologico, morale, intellettuale e nondimeno fisico.

La controprova è che, man mano che la tecnologia di massa si va diffondendo nei Paesi poveri, porta con sé anche le malattie più tipiche dell’Occidente, obesità e diabete in primo luogo, peraltro strettamente correlate. Non solo la tv, dunque, ma anche computer, smartphone, tabletelettrodomestici e naturalmente le automobili, sono come degli untori della nuova peste del nuovo millennio. Non ci stanchiamo mai di denunciare come il diabete stia contagiando tutto il mondo: se nel 1985 erano 30 milioni i casi, già nel 2010 sono diventati 285, quasi dieci volte in più dunque, facendo prevedere che tra circa quindici anni saranno mezzo miliardo. I costi per la salute, le famiglie e i servizi sanitari nazionali sono esorbitanti, rischiando di fare implodere la sanità pubblica, laddove ancora resista. Colpa di cattivi stili alimentari, spinti dall’industria, e da innaturali stili di vita, innanzitutto la sedentarietà, favorita proprio dalla tecnologia.

A puntare il dito sulla tecnologia è uno studio coordinato da Scott Lear della Simon Fraser university di Vancouver e pubblicato sul Canadian medical association journal. Sono stati coinvolti 153.996 adulti in 107.599 nuclei familiari di 17 Paesi, comprendenti sia nazioni ad alto reddito sia paesi a reddito medio alto, medio basso e basso. Il risultato, che tuttavia non ci sorprende ma conferma la nostra ipotesi, è che c’è un trend molto significativo tra il possesso di uno o più apparecchi elettrodomestici in una famiglia e la presenza di obesità e diabete tra i suoi componenti.

Questa correlazione si riscontra soltanto nei Paesi poveri e a reddito medio, dato che in quelli più ricchi non c’è famiglia senza almeno una tv o un computer o un’automobile! I ricercatori hanno stimato che vi è un 3,4 percento di obesi e un 4,7 percento di diabetici tra coloro che non possiedono alcun apparecchio in casa e un 14,5 percento di obesi e un 11,7 percento di soggetti con diabete tra coloro che possiedono tre apparecchi in famiglia.

D’altronde, come ha affermato il presidente dell’Associazione di dietetica e nutrizione clinica italiana Lucio Lucchin in una nostra recente intervista, “a fronte di grandi cambiamenti sociali e tecnologici, con tutte le influenze sugli stili di vita, il nostro patrimonio genetico è rimasto praticamente immutato da 25 mila anni. Questo significa che il nostro organismo è fatto per vivere in condizioni di carenza alimentare e anche per il movimento: i nostri antenati di inizio Novecento percorrevano a piedi mediamente 10-20 chilometri al giorno, noi oggi non più di un chilometro e mezzo: non possiamo quindi pretendere di stare in salute se violiamo le nostre esigenze dettate dalla genetica, la nostra natura”. Insomma, la tecnologia ‘amica’ non è poi forse così tanto amica!

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