Nasce ‘Anemia alliance’: task force contro l’anemia.

di oggisalute | 30 gennaio 2013 | pubblicato in Attualità
anemia

Una task force di esperti per migliorare la gestione dell’anemia da carenza di ferro, una patologia di cui soffrono 700 milioni di persone nel mondo e che se associata ad alcune malattie croniche come scompenso cardiaco, malattie infiammatorie intestinali e insufficienza renale, ma anche a sanguinamenti uterini gravi, post- partum e chemioterapia puo’ aggravare il quadro clinico di base.

E’ questa ‘Anemia Alliance’, una piattaforma multidisciplinare presentata in Senato che riunisce esperti con diverse competenze e che ha tra gli scopi principali quello di cambiare l’approccio alla patologia, non piu’ considerabile solo come condizione correlata ad altri disturbi ma come una malattia vera e propria. Il progetto, promosso da Fondazione Charta e Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, e’ stato presentato dal professor Francesco Fedele, presidente onorario di Anemia Alliance e direttore Dai Malattie cardiovascolari e respiratorie del Policlinico Umberto I di Roma.

”Anemia Alliance ha la missione di ridurre l’impatto dell’anemia e prevenirne complicanze e disabilita’- ha spiegato Fedele- il tutto attraverso una maggior consapevolezza della malattia, promuovendo programmi di prevenzione e facilitando l’accesso a nuovi farmaci e nuove tecnologie”. ”A questo proposito- ha proseguito- stiamo lavorando a un position paper con le prime raccomandazioni trasversali alle diverse aree terapeutiche e a un forum che sara’ organizzato a cadenza annuale per discutere lo stato dell’arte dell’anemia in Italia”.

”L’anemia e’ una patologia verso la quale permane una percezione di scarsa gravita’, e’ giunto il momento di portarla all’attenzione di clinici e istituzioni- ha rimarcato il senatore Antonio Tomassini, presidente della Commissione igiene e sanita’ del Senato. Questo avviene nonostante la mancanza di ferro sia la piu’ comune carenza nutrizionale e colpisca 1,62 miliardi di persone, il 25%della popolazione mondiale, dando origine proprio al 50% dei casi di anemia. ”Occorre fare uno sforzo per sviluppare specifiche e strutturate politiche assistenziali-ha spiegato Tomassini- l’obiettivo e’ arrivare a cambiare l’approccio dei medici, che devono arrivare a farsi carico del problema, ma anche dei pazienti”.

Anche i farmaci in uso risentono della scarsa attenzione all’anemia: da un lato la somministrazione di ferro per via intravenosa si avvale di farmaci poco maneggevoli, che sottopongono il paziente a un elevato numero di infusioni della durata di diverse ore, dall’altro i preparati orali permettono di assorbire solo il 10-20% di ferro e inducono scarsa aderenza alle cure perche’ provocano spesso intolleranza intestinale. Sarebbero disponibili opzioni terapeutiche innovative come farmaci iniettabili di ultima generazione che pero’ in gran parte dei casi non sono conosciute dai medici.

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