Taormina, al Bambino Gesù
boom d’interventi cardiochirurgici

di oggisalute | 7 novembre 2014 | pubblicato in Attualità
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In 4 anni 2158 interventi di cardiochirurgia ed emodinamica, 2032 piccoli pazienti ricoverati, 9862 visite cardiologiche e 24075 visite con esame tramite elettrocardiogramma, ecocardiografia, eco fetale, prove da sforzo, l’applicazione di Holter ecg e Risonanza Magnetica Nucleare. Sono i risultati del Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo-Bambino Gesù di Taormina, nato nel novembre del 2010 per iniziativa della Regione Siciliana, che ha voluto dotare la sua rete cardiologica di un centro di terzo livello.

A fare un bilancio del “secondo centro cardiologico pediatrico d’Italia” è stato il presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Giuseppe Profiti, nel corso della visita ai piccoli pazienti del Centro (CCPM) da parte dell’Arcivescovo di Messina, Santa Lucia del Mela e Archimandrita del SS. Salvatore, mons. Calogero La Piana.

“Desidero esprimere un sentimento di gratitudine nei confronti del presidente Profiti, dei medici, delle associazioni di volontariato e di tutti coloro che ogni giorno lavorano per dare un sorriso e una speranza a questi bambini” ha detto mons. La Piana. “Questo di Taormina è un centro di qualità non soltanto nelle cure ma anche nell’assistenza alle famiglie dei piccoli pazienti, capace di donare gioia e serenità ai loro genitori.

“I risultati di questi 4 anni – ha affermato il presidente del Bambino Gesù – ripagano l’impegno di tutti per dare alla Sicilia e a tutta l’area mediterranea un centro di qualità nelle cure cardiache pediatriche. La grande sinergia con gli altri medici e ospedali della Regione ha dimostrato e dimostra che anche in Sicilia si può fare sanità di eccellenza e lo si può fare insieme. La rete creata in questi anni funziona, garantendo interventi tempestivi anche nei confronti di quei piccoli pazienti inamovibili, ricoverati in altre strutture dell’Isola, che sono stati operati sul posto dalle équipes del CCPM e in molti casi direttamente nei reparti in cui si trovavano ricoverati. Penso anche a quei numerosi bambini di altre nazionalità che sono stati curati dai medici del CCPM nell’ambito degli interventi umanitari concordati con la Regione verso le popolazioni dei paesi limitrofi e non, come Kosovo, Tunisia, ma anche Cambogia e Repubblica Dominicana”.

Oggi al Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo è arrivato il professor Mark Galantowicz, cardiochirurgo americano padre della “procedura ibrida”, che ha partecipato a due delicati interventi nella sala di emodinamica interventistica e nella sala operatoria del Centro. Si tratta di due casi importanti perché rappresentano l’inizio della terapia contro la “sindrome del cuore sinistro ipoplastico”, una delle patologie cardiache più letali per i bambini, e la fine di tale terapia nel caso del secondo paziente. Il giorno successivo incontrerà gli specialisti siciliani per un confronto di esperienze. “Sarà l’occasione importante– ha spiegato il presidente Profiti – per misurare il nostro lavoro quotidiano con il meglio dell’esperienza internazionale in ambito cardiologico e cardiochirurgico”.

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