Smi: sì all’autocertificazione, ma l’invio non sia a carico dei medici famiglia

di oggisalute | 6 luglio 2017 | pubblicato in Attualità
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“Ben venga l’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia del lavoratore, ci adegueremmo agli altri paesi Ue, ad esempio alla Germania”, a patto che non si traduca in “una ulteriore burocratizzazione del lavoro dei medici”. Lo sottolinea Pina Onotri, segretario del Sindacato dei medici italiani (Smi), commentando la novità prevista nel Ddl del senatore Maurizio Romani.

Per il sindacato, “al di là delle buone intenzioni del proponente, pensiamo che sia un errore prevedere che l’invio sia a carico dei medici di famiglia. Si continua così a sottrarre tempo importante da dedicare ai pazienti cronici e alla gestione delle malattie sul territorio”. Ricordando “come la proposta sull’autocertificazione del lavoratore per la malattia dei primi tre giorni, sia una storica battaglia dello Smi”, Onotri sottolinea però “quanto sia sbagliato prevedere che il medico di famiglia continui a essere considerato il ‘passacarte’ dell’Inps”.

“I medici – spiega – sono obbligati a dedicare i tre quarti del loro tempo a spedire certificati, di fatto, quindi tempo sottratto alla cura dei pazienti, alla prevenzione, alla gestione dei malati cronici, cioè a quella funzione di governo, gestione e filtro della domanda di salute sul territorio”.

(Fonte: Adnkronos)

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