Né maschi, né femmine: nascono “intersex”
fino all’1,7 per cento dei bimbi

di oggisalute | 21 maggio 2018 | pubblicato in Attualità

Non tutti i bambini nascono maschi o femmina. Alcuni, tra lo 0,5% e l’1,7% della popolazione, nascono intersex, con caratteristiche sessuali (cromosomi, genitali, struttura ormonale) che non appartengono precisamente a uno dei due generi. Per loro, in alcuni casi, il sesso lo scelgono i genitori e i medici, sottoponendoli a operazioni chirurgiche da piccolissimi, sotto i due anni di età. Una ‘pratica’ contro la quale è incentrata la prima campagna sui diritti dei bambini intersex, che parte dall’Italia ma che sarà presto diffusa anche in altri Paesi, a cominciare da Serbia e Francia.

L’iniziativa ‘Iosonointersex’ è stata presentata a Roma, dall’Organisation Intersex International (Oii) Italia e dall’Associazione Radicale Certi Diritti, con l’obiettivo di sensibilizzare i genitori, soprattutto. Ma anche i medici e le istituzioni per far conoscere questa condizione e permettere ai bambini intersex di vivere sani. Un video racconta, in forma di disegno animato, la nascita di un bimbo intersex e la decisione dei genitori di non operarlo.

“Attraverso il video – spiega Alessandro Comeni, coofondatore di Oii Italia – reso possibile grazie all’aiuto di Ilga-Europe, l’associazione che raggruppa le organizzazioni Lgbti europee, ci rivolgeremo alle persone direttamente interessate, alle famiglie, per informarle sulle scelte che potrebbero presentarsi dopo ‘la notizia’ e far conoscere le storie di persone che hanno superato quel percorso”.

“Ci rivolgeremo – continua – con altrettanta attenzione alla comunità medica, al legislatore, ai giornalisti e alla magistratura, professioni che possono incidere particolarmente”. L’obiettivo della campagna, spiega Riccardo Magi (Radicali) “è prevenire gli interventi sui neonati intersex, ma anche aumentare la sensibilità, la conoscenza, arrivare ad avere normative che consentano di tutelare veramente i diritti delle persone intersex e monitorare le nascite e gli interventi sui bambini nel nostro Paese”. Cosa non facile considerando che spesso le diagnosi su cui si basano gli interventi e gli interventi stessi non sono sempre classificabili sotto un’unica voce.

Il quadro normativo di riferimento, aggiunge Leonardo Monaco, segretario dell’Associazione Certi Diritti, “è la legge varata a Malta e che, al momento, rappresenta la normativa più avanzata in tema di diritti di genere. Tra le altre cose la legge maltese vieta gli interventi ‘cosmetici dettati da motivi culturali’. E’ un punto di partenza su cui poter lavorare per una normativa adeguata nel nostro Paese”.

La campagna sarà veicolata sui social network e dal sito dedicato dell’Oii, www.iosonointersex.it.

(Fonte: Adnkronos)

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