Giornata della violenza sulle donne,
assistenza sempre più dedicata

di oggisalute | 25 novembre 2014 | pubblicato in Attualità
violenza donne

“Negli ultimi anni in Italia sono nati molti nuovi centri dedicati all’assistenza e all’accoglienza delle donne maltrattate o vittime di stupro, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Medici e Istituzioni devono continuare a lavorare a braccetto affinché i punti di riferimento per le vittime di violenza siano sempre più numerosi sul territorio e in grado di offrire un’assistenza a 360 gradi”. Questo l’auspicio della Società Italiana della Contraccezione (SIC) che parla per voce del suo past president, il professor Annibale Volpe, in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra oggi in tutto il mondo.

“Nei Pronto Soccorso” continua il professor Volpe “molti medici hanno fatto corsi di formazione specifica per imparare a trattare – anche giuridicamente – i casi di violenza sessuale e domestica”. Tuttavia, mette in guardia il past president della SIC “occorrono dei locali dedicati con specialisti dedicati sia per consentire alle pazienti la privacy che episodi violenti di questo tipo impongono, sia per offrire il giusto approccio multidisciplinare alla paziente che spesso manca nei PS per questioni di tempo”. Inoltre, specifica ancora il ginecologo “i centri antiviolenza devono essere in grado, qualora ci si trovi di fronte ad abusi di natura sessuale, di offrire il corretto supporto di intercezione postcoitale – spirale oppure pillola del giorno dopo – per garantire alle donne che lo richiedano di non imbattersi in una gravidanza assolutamente indesiderata”.

Oltre al nodo dell’assistenza, di fondamentale importanza è anche il tema legato all’educazione. “La maggior parte dei casi di violenza con cui quotidianamente entriamo in contatto” sintetizza la dottoressa Anna Grasso, ginecologa della Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Modena e membro della SIC “riguardano donne straniere che con cui è estremamente difficile comunicare, sia per motivi linguistici, sia per motivi culturali”. Aggiunge: “Il diritto all’integrità fisica della persona è un diritto che non può essere modificato a seconda della cultura del paese di provenienza, ma, anzi, deve essere sempre più alla base di questa società cosmopolita verso la quale tendiamo. È dunque compito di tutta la società far in modo che diventi un valore comune”. Affinché questo accada, conclude la dottoressa Grasso “è necessario puntare sulle nuove leve e portare nelle scuole, fin dalle elementari, non solo l’educazione sessuale, ma anche l’educazione al rispetto del sé: spieghiamo alle bambine che sonoesseri senzienti, dignitosi e portatrici di diritti inviolabili”. Conclude la ginecologa: “È dovere di noi ginecologi muoverci per primi. Non sempre le donne straniere hanno gli strumenti e le possibilità per chiedere aiuto ed è dunque parte integrante del nostro compito di medici andar loro fisicamente incontro per raccoglierne le esperienze ed offrir loro il nostro sostegno”.

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