Bologna riunisce la microchirurgia italiana, le frontiere dell’autotrapianto

di oggisalute | 6 novembre 2013 | pubblicato in Cure e terapie,Ricerca
microchirurgia

Bologna capitale della microchirurgia. Da giovedì a sabato si svolgerà in città il 25 Congresso nazionale della Società italiana di microchirurgia, presieduta da Riccardo Cipriani, direttore dell’unità operativa di Chirurgia plastica del Policlinico di Sant’Orsola, uno dei tre centri di riferimento a livello nazionale per la ricostruzione del seno senza protesi artificiali, il primo ad aver realizzato in Europa il trapianto del’intera parete addominale.

L’appuntamento porterà a Bologna 200 professionisti di una disciplina in forte espansione in questi anni che consente, operando con il microscopio, di eseguire interventi di ricostruzione sempre più complessi. Al congresso interverrà anche l’equipe belga che ha realizzato uno dei primi trapianti di faccia, ma saranno esplorate anche frontiere forse meno suggestive ma con un impatto su una casistica più ampia, per le quali il Sant’Orsola spicca come uno dei centri di riferimento.

Siamo stati i primi in Europa – spiega Cipriani – a realizzare un trapianto di tutta la parete addominale, contestualmente a un trapianto di intestino eseguito dal professor Pinna. In questo modo con un unico intervento è stato risolto un problema senza obbligare il paziente a tornare più volte in sala operatoria. Fino al nostro intervento erano stati eseguiti interventi simili solo a Miami, negli Usa”. Ma la microchirurgia del Sant’Orsola si distingue soprattutto per l’ampia casistica trattata.

“Un’altra frontiera importante nel nostro settore – racconta Riccardo Cipriani – è la ricostruzione del seno senza protesi, assieme alla equipe del professor Taffurelli, utilizzando tessuti provenienti dall’addome della paziente. In questo modo non si hanno problematiche legate all’uso delle protesi, si ha una durata incomparabilmente maggiore, non c’è il rischio di rotture e soprattutto si ha comunque un effetto molto più naturale“. Ogni anno al Sant’Orsola, su 200 interventi di ricostruzione della mammella, 40 avvengono ormai con tessuto della paziente stessa, senza protesi artificiali.

“Stiamo sviluppando – prosegue Cipriani – anche tecniche innovative sulla mandibola, in collaborazione con il professore Marchetti, utili quando deve essere asportata in tutto o in parte a causa ad esempio di un tumore. Al Sant’Orsola operiamo anche in questo caso in autotrapianto, prelevando e modellando un osso dalla gamba e ricollegando le arterie”.

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