L'emergenza

Epidemia di epatite A negli Usa,
22 morti in Michigan

di oggisalute | 15 gennaio 2018 | pubblicato in Attualità
epatite c

In principio è stata la California ad essere bersagliata dall’epatite A, fino a trovarsi, con un contagio che viaggia da persona a persona, nel mezzo del “più grande focolaio di epatite A da quando il vaccino è diventato disponibile a metà degli anni ’90”, ha ammesso il locale Dipartimento della salute. Poi la stessa epidemia ha cominciato a interessare diversi Stati negli Usa. Con un bilancio di decine di casi letali e tassi di ospedalizzazioni molto alti: dagli ultimi dati, riportati anche dai Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) che stanno monitorando l’evolversi della situazione, il più colpito in termini di morti risulta il Michigan che ne ha registrati finora 22 (3,2% del totale dei casi ricondotti al focolaio in questione).

Qui l’epidemia è iniziata ad agosto 2016, hanno spiegato le autorità sanitarie locali e, dopo un calo durante l’inverno, i casi hanno continuato a salire l’anno scorso. Al 4 gennaio 2018 erano a quota 658 nel Sud-Est del Michigan. E combattere l’epidemia, riporta la Cnn online, è stato difficile in molte giurisdizioni a causa di una carenza nazionale del vaccino per l’epatite A. “Abbiamo una scorta limitata – aveva annunciato a novembre 2017 la portavoce del Dipartimento salute e servizi umani del Michigan, Angela Minicuci – quindi diamo priorità alle popolazioni ad alto rischio”.

Epicentro dell’ondata virale che sta tenendo impegnate le istituzioni sanitarie di più aree degli States è stata San Diego, in California, dove l’epidemia – hanno ricostruito i funzionari – può essere fatta risalire agli accampamenti transitori e ai consumatori di droghe. Sebbene il virus si sia diffuso in tutto lo Stato, è proprio San Diego ad aver registrato il maggior numero di morti: 20 su un totale di 21 segnalati (686 i contagi complessivi dichiarati dalla California fino a fine 2017).

E gli spostamenti dei senzatetto, osservano gli esperti, hanno aperto la porta alla diffusione del virus oltre i confini, nello Utah e probabilmente anche in Arizona e Colorado. In quest’ultimo Stato, tra l’altro, i casi di epatite A sono raddoppiati nel 2017 e le autorità sanitarie in una nota diffusa lo scorso anno spiegavano che l’aumento si osservava in particolare tra omosessuali e bisessuali.

Quanto alla situazione nello Utah, le autorità hanno annunciato nei giorni scorsi un nuovo focolaio in un minimarket nella contea di Salt Lake, che può essere fatto risalire sempre allo stesso ‘filone’ epidemico: “Si tratta di 97 casi”, ha detto il portavoce del Dipartimento della salute della contea di Salt Lake, Nicholas Rupp, citato dalla Cnn, aggiungendo che sono legati a un lavoratore del market risultato positivo per lo stesso ceppo del virus di San Diego. Lo stato dello Utah ha confermato 152 casi totali come parte di questa epidemia e non sono stati segnalati decessi.

(Fonte: Adnkronos)

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