Cibi contaminati
Come proteggersi da virus e batteri

di oggisalute | 28 agosto 2013 | pubblicato in Attualità,Prevenzione
ricci

Il rischio epidemia colera che c’è in questi giorni a Cuba mette in luce un problema di patologie a trasmissione oro-fecale come – appunto – colera, tifo, enterite ed epatite A.

Tutte malattie, potenzialmente mortali, causate dalla contaminazione del cibo da virus e batteri. In particolare, secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono oltre 1.400.000 le persone nel mondo colpite dall’epatite A.

In Italia, da gennaio 2013, si è assistito a un importante incremento del numero dei casi,  rispetto agli anni precedenti.

Dal 1° gennaio al 30 giugno 2013 il sistema di sorveglianza epidemiologica per le epatiti del Ministero della Salute ha rilevato un aumento significativo di casi di epatite A (448), rispetto a una media di 190 casi notificati nello stesso periodo nei tre anni precedenti.

A seguito di tale aumento di casi, osservato soprattutto nelle regioni del centro-nord Italia, il Ministero della Salute proprio nelle settimane scorse aveva emanato un’allerta che raccoglieva le indicazioni fornite dall‘Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che individuava le confezioni di frutti di bosco congelati, come possibili responsabili dell’epidemia di Epatite A.

L’epatite A è una malattia infettiva acuta causata da un virus che colpisce il fegato è presente in tutto il mondo, sia in forma sporadica sia epidemica, con una maggior frequenza nei Paesi del sud del mondo.

In Italia, la malattia è endemica soprattutto nelle regioni meridionali, dove più diffusa è la pratica di consumare frutti di mare crudi.

Tuttavia, possono verificarsi epidemie o casi sporadici su tutto il territorio nazionale, legati non solamente al consumo di frutti di mare ma anche di altri alimenti (vegetali e frutta) o acqua (per esempio, di pozzo) contaminati.

In genere, il contagio avviene per contatto diretto da persona a persona o attraverso, appunto, il consumo di acqua o di alcuni cibi (crudi o non cotti a sufficienza) contaminati dal virus.

Gli alimenti più a rischio di trasmissione di epatite A sono pesce e prodotti a base di pesce, crostacei, molluschi e prodotti contenenti molluschi, vegetali, pomodori secchi, frutti di bosco e fragole.

La fonte di contaminazione più frequente dei vegetali è costituita dall’acqua contaminata utilizzata per l’irrigazione. Attraverso l’acqua i virus si depositano preferibilmente sulla superficie esterna dei vegetali.

Per aiutare le persone a proteggersi da queste patologie, l’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO) raccomanda alcune semplici cautele e misure precauzionali.

Poiché si tratta di malattie legate a una cattiva igiene degli alimenti, sia nella loro produzione che nella lavorazione o conservazione, la principale indicazione è di non consumare i cibi crudi e di lavarli sempre accuratamente.

In particolare, l’Aigo consiglia di:

• non consumare frutti di mare crudi: la cottura è efficace per eliminare o inattivare i virus o i batteri;

• lavare accuratamente le verdure prima di consumarle;

• lavare e sbucciare la frutta;

• non bere acqua di pozzo;

• curare scrupolosamente l’igiene personale, specie delle mani: lavarsi le mani dopo aver usato il bagno, dopo aver cambiato un pannolino, prima di preparare il cibo, prima di mangiare ecc.

• rispettare le norme di igiene nella manipolazione di cibi e bevande.

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