L'allarme dei biologi

Terremoto, pericolo di contaminazione per acqua e alimenti

di oggisalute | 3 novembre 2016 | pubblicato in Attualità
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Contaminazione batterica della rete idro potabile e rischio microbiologico nelle derrate alimentari. Sono i pericoli più comuni dopo un evento sismico come quello che ha colpito nei giorni scorsi il Centro Italia, secondo Luciano O. Atzori e Sabina Rubini, biologi esperti in sicurezza alimentare e tutela della salute dello Studio Abr. “Tra i vari aspetti legati a un evento sismico – spiegano gli esperti all’AdnKronos Salute – da non trascurare c’è quello dell’approvvigionamento e della somministrazione alimentare. In questo ambito i pericoli possono trasformarsi in rischi concreti igienico-sanitari per le persone colpite dal sisma”.

Il rischio “non è quindi tanto legato al momento dell’evento sismico, quanto a una gestione successiva nel caso di ritorno in case che vengano dichiarate agibili, ma con pericoli nascosti legati a tubature con micro lesioni e pertanto portatrici potenziali di acqua microbiologicamente e a volte anche chimicamente contaminata”.

Gli esperti puntano il dito contro la potenziale contaminazione microbiologica della rete idro-potabile da parte di materiale terroso, nel caso di reti fognarie collassate sotto il peso delle macerie. Sono possibili sia contaminazioni riconducibili a microrganismi ambientali e spesso opportunisti quali Pseudomonas aeruginosa, clostridi solfiti riduttori, macroparassiti (nematodi, cestodi, ecc.), sia a microrganismi patogeni come coliformi fecali, escherichia coli, streptococchi fecali, virus enterici, protozoi patogeni. “Senza trascurare una eventuale contaminazione delle falde acquifere soprattutto superficiali, dalle quali, come spesso accade nei piccoli centri urbani, l’acqua viene captata attraverso pozzi a scopo familiare senza necessariamente potabilizzarla”.

Quindi fare una doccia, oppure lavarsi il viso o le mani, “potrebbe, in caso di microlesioni cutanee (piccoli tagli, escoriazioni, eccetera), risultare potenzialmente pericoloso”, avvertono i biologi. Lo stesso vale per eventuali fontanelle presenti nei comuni colpiti dal terremoto, “che dovranno, come gli organi di controllo preposti ben sanno, essere serratamente controllate per un periodo ben determinato, a seconda del rischio sismico alle quali son state sottoposte”.

Oltre al rischio idrico c’è quello microbiologico “derivante da una non corretta gestione dello stoccaggio, del trasporto e della somministrazione di pasti da fruire agli sfollati”, ricordano gli esperti. Ecco perché sarebbe da favorire ove possibile “la somministrazione di alimenti non deperibili, prodotti preconfezionati, disidratati o trattati con conservanti che ne aumentano la loro stabilità e conservabilità. Ci riferiamo – spiegano – ai farinacei (fette biscottate, grissini, cracker, pasta, biscotti e così via), allo scatolame di origine vegetale e animale (legumi, tonno, carne), con un occhio attento da parte degli operatori all’integrità delle confezioni, ma anche a prodotti liofilizzati di facile ricostituzione grazie all’aggiunta di liquidi (acqua, latte), che siano però di sicura provenienza igienico-sanitaria”.

Attenzione inoltre allo stoccaggio delle bevande in bottiglie di plastica, soprattutto l’acqua, o di bibite gasate in lattine, “onde evitare la migrazione di sostanze chimiche dal contenitore al contenuto da somministrare. Proprio per questo motivo non bisogna mai lasciare questi contenitori esposti a fonti di calore come ad esempio le radiazioni solari”. Importante – ricordano ancora i biologi – l’utilizzo da parte degli operatori addetti alle pratiche di supporto alimentare di cuffiette, cappellini, mascherine, ma soprattutto di guanti. Come del resto – concludono – l’impiego di piatti, coltelli, forchette monouso, tali da evitare contaminazioni crociate, e possibilmente biodegradabili, in modo da prevenire un eccessivo accumulo di sostanze plastiche e un potenziale inquinamento ambientale post smaltimento.

(Fonte: Adnkronos)

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