Il report

Coronavirus, la scuola a distanza piace a un ragazzo su due

di oggisalute | 12 novembre 2020 | pubblicato in Attualità
Didattica_a_distanza

“Sorprendentemente la scuola a distanza è piaciuta a un ragazzo su due. I ragazzi sono curiosi e riescono a viverla come un’esperienza nuova. E, nell’86% dei casi dicono di aver imparato di più. Certo c’è anche tutta la sofferenza di non avere i compagni, di non toccarsi, di non avere la ricreazione. Ma l’hanno vissuta come una scoperta e ci chiedono che gli adulti non considerino la Dad solo come un’emergenza, ma anche come una sfida a prefigurare una scuola del futuro, dove anche la distanza, per malattia o altro, può essere vissuta meglio”. Sintetizza cosi Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Emanuela Zancan la sperimentazione ‘Crescere senza distanza’, il cui report è stato presentato oggi a Roma.

Un progetto – promosso da ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, ‘Con i Bambini’ e realizzato da Fondazione Zancan’ – mirato al contrasto della povertà educativa nell’apprendimento a distanza, che parte dall’esperienza di bambine e bambini ospedalizzati a causa di gravi malattie, per arrivare alla realizzazione di un protocollo ‘collaudato’ per le scuole. Le indicazioni raccolte sono state ‘messe alla prova’ in 11 scuole distribuite tra Nord, Centro e Sud Italia, con uno stress test. E i risultati sono ora condensati in raccomandazioni per facilitare l’apprendimento a distanza, utilizzabili su più vasta scala per ridurre le distanze.

Per quanto riguarda i dati rispetto alla scuola in ospedale, i ragazzi e le ragazze intervistati hanno dichiarato che l’insegnamento personalizzato è più proficuo sul piano dell’apprendimento, perché favorisce l’attenzione e il confronto con l’insegnante. Per quanto riguarda gli alunni della scuola primaria coinvolti ‘nello stress test’, invece, il 62% ha dichiarato di apprezzare la didattica a distanza e il 91% di avere appreso cose nuove. Anche se molti di loro hanno sentito la mancanza dei propri compagni di classe (44%).

Nello specifico, ai bambini della scuola primaria è stato chiesto cosa sia mancato di più in questo periodo. C’è chi ha risposto le maestre, gli amici, i compagni di classe, i corridoi pieni, la ricreazione, i laboratori, la Lim, i banchi, la lavagna e chi ha sentito la mancanza dei compiti insieme all’insegnante, l’ansia per l’interrogazione, gli spettacoli, le gite, la ginnastica in palestra, le lezioni con la classe, i collaboratori scolastici, il giardino e, in generale, il contatto fisico e il confronto con tutto ciò che ruota attorno al mondo della scuola.

Valori simili anche per la scuola secondaria di primo grado – l’86% degli intervistati dichiara di avere imparato cose nuove – e di secondo grado: al 57% degli intervistati è piaciuta la didattica a distanza e il 71% ha dichiarato di avere imparato cose nuove.

In tutti gli ordini di scuola è emersa una certa fatica nel seguire le lezioni in didattica a distanza, anche se, dall’altra parte, viene riconosciuta la spinta derivante dalla didattica a distanza a una maggiore responsabilizzazione degli studenti nell’organizzazione dello studio, a una maggiore autonomia e, allo stesso tempo, il vantaggio della flessibilità dell’orario e della promozione di un’idea diversa sul ‘fare scuola’, basata anche sull’utilizzo delle tecnologie quali alleate della didattica.

Tra i suggerimenti per migliorare la didattica a distanza, oltre alla necessità di avere libri digitali per chi non li ha, migliori connessioni, pc e tablet, le raccomandazioni si sono concentrate sulle soluzioni didattiche.

Se non sono personalizzate, tarate sulle diverse difficoltà e capacità di ogni studente, se non sono capaci di valorizzare il lavoro personale e in piccoli gruppi si manifesta il rischio dell’aumento del distanziamento dalle pari opportunità e dal diritto costituzionale all’istruzione. Per evitarlo si consiglia di bilanciare le videolezioni con esercitazioni, imparare concretamente, verificare in tempo reale le difficoltà di apprendimento e i traguardi raggiunti.

Per facilitare il confronto in remoto è importante trovare il ritmo giusto tra teaching e learning, insegnare e imparare, con lezioni modulate (contenuti, esempi, utilità pratica, testimonianze…). In particolare le forme di valutazione devono essere concepite quali palestre quotidiane dove i traguardi vengono dimensionati sulle potenzialità di ogni ragazzo, come nello sport.

(Fonte: Adnkronos)

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