Salute

Influenza, la denuncia: “Mancano vaccini,
farmacie oltre confine prese d’assalto”

di oggisalute | 22 ottobre 2020 | pubblicato in Attualità
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Le farmacie svizzere vicino al confine con l’Italia “sono state prese d’assalto dagli italiani che vanno ad acquistare i vaccini antinfluenzali. E questi già non sono più disponibili perché, fino a novembre, li venderanno solo ai residenti”. Lo ha riferito Paolo Corradini, presidente della Società italiana di ematologia durante la conferenza di presentazione on line della Foce, la Confederazione degli oncologi, cardiologi e ematologi, un’alleanza nata per tutelare gli 11 milioni di pazienti fragili, curati da questi specialisti, in epoca Covid.

Per Corradini, che è anche vicepresidente di Foce, “è gravissimo che non si sia agito per tempo” sul fronte dell’approvvigionamento dei vaccini: “Sono più di 40 anni che il mondo scientifico sa che l’influenza arriva in autunno. Bene, nella Regione più grande d’Italia, la Lombardia, non avremo probabilmente vaccini per i pazienti fragili e per chi assiste le persone che non si immunizzano, come i malati ematologici (che possono non avere una risposta immune ma che vanno protetti). Sono talmente disponibili i vaccini che da noi, in ospedale, non sono ancora arrivati”, dice ironicamente. In questo modo, denuncia ancora Corradini, “a Natale rischiamo di avere il solito picco influenzale, con un sovraccarico negli ospedali, insieme al Covid. Non oso pensare cosa potrà succedere con questa situazione che è inedita, perché durante la prima fase, a marzo, c’era solo Covid”.

Anche Giordano Beretta, vicepresidente presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica e vicepresidente Foce, teme che in Lombardia “non si riusciranno a vaccinare per l’influenza tutti i pazienti fragili. Questa è una dimostrazione di come non si sia pensato, durante il periodo di maggior tranquillità, alla gestione di problemi”.

“Il vaccino antinfluenzale aveva diverse indicazioni molto forti: da una parte proteggere i pazienti fragili, dall’altra consentire, attraverso un aumento del numero di vaccinati, di discriminare completamente la sintomatologia Covid da quella influenzale. Disporre della vaccinazione per grosse fasce della popolazione sarebbe stato utile a eliminare l’intasamento dei pronto soccorso. Purtroppo non è stato così. Si continua a parlare di vaccino anti-Covid, che non sappiamo quando arriverà, e non si è pensato di creare riserve di vaccino antinfluenzale per gestire i pazienti che ne hanno necessità”.

(Fonte: Adnkronos)

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