La ricerca

Scoperti geni e mutazioni
che causano l’autismo

di oggisalute | 30 gennaio 2020 | pubblicato in Attualità
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Sono stati scoperti i geni e le relative mutazioni che causano l’autismo. Si tratta di uno studio multicentrico internazionale, appena pubblicato su ‘Cell’, che, grazie alle nuove tecnologie di sequenziamento del Dna, ha permesso di identificare i meccanismi biologici responsabili e chiarire le basi genetiche dell’autismo. E’ stato possibile identificare oltre 100 geni associati ai disturbi dello spettro autistico, 30 dei quali mai descritti prima. Tra i protagonisti di questo studio mondiale anche la Città della Salute e l’Università di Torino.

“L’identificazione di nuovi geni associati a forme di disturbo dello spettro autistico è solo all’inizio e si prevede siano oltre 1000 i geni implicati in queste malattie eterogenee”, evidenziano i ricercatori. Alla base delle ricerca c’è il lavoro del consorzio internazionale, l’Autism Sequencing Consortium (Asc), fondato e co-coordinato da Joseph Buxbaum (Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York), al quale hanno aderito alcuni gruppi italiani, tra i quali quelli guidati da Alfredo Brusco e Giovanni Battista Ferrero (Città della salute e università di Torino) e Alessandra Renieri (università di Siena).

Il consorzio ha analizzato oltre 35 mila soggetti attraverso una tecnica di sequenziamento del Dna nota come analisi dell’esoma, una tecnica recentemente sviluppata per lo studio delle malattie genetiche che consente di ‘leggere’ la parte del genoma che codifica per proteine e di identificare eventuali mutazioni associate ad una malattia genetica.

Il lavoro è iniziato nel 2015 con il coinvolgimento di molti centri clinici ed è partito con la raccolta delle famiglie con soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico e dei loro genitori da vari Paesi nel mondo. In particolare, in Piemonte il progetto di ricerca, denominato NeuroWes, è stato coordinato dai gruppi dei professori Brusco e Ferrero che hanno esteso la collaborazione ai neuropsichiatri, genetisti e pediatri di tutta la regione.

“Alle famiglie è stata proposta la possibilità di essere inserite nello studio, dopo un’attenta e approfondita rivalutazione clinica dei casi e la spiegazione dei risvolti della ricerca – riferisce Ferrero – Il Dna delle famiglie selezionate è stato inviato al consorzio, che ha provveduto all’analisi dell’esoma. La parte più complessa dell’intero processo è stato l’approfondimento dei risultati di queste analisi, dato l’elevatissimo numero di soggetti analizzati e la complessità della loro elaborazione bioinformatica”.

“E’ stato così possibile identificare oltre 100 geni associati ai disturbi dello spettro autistico, 30 dei quali mai descritti prima. I geni identificati sono espressi precocemente nello sviluppo del cervello, e molti hanno un ruolo nella regolazione dell’espressione genica legata proprio ai meccanismi che regolano lo sviluppo del sistema nervoso centrale, o sono coinvolti nella comunicazione tra neuroni – evidenzia lo studio – Questi geni sono caratterizzati dall’essere colpiti da mutazioni altamente distruttive e frequentemente ‘de novo’, cioè non ereditate dai genitori. Questo implica che almeno una parte di queste malattie sia dovuta a mutazioni casuali avvenute nelle cellule riproduttive, e spiega la scarsa ricorrenza della malattia in famiglie”.

I dati ora pubblicati sono solo la punta di un iceberg. “In collaborazione con il gruppo di Marco Tartaglia (ospedale pediatrico Bambin Gesù, Roma) e Tommaso Pippucci (università di Bologna) stiamo rianalizzando i dati dei casi piemontesi – osserva Brusco – e grazie alla collaborazione con la Genetica medica della Città della salute di Torino, diretta dalla professoressa Barbara Pasini, stiamo riportando alle famiglie dei pazienti una diagnosi definitiva in circa il 30% dei casi analizzati”.

“Nello stesso tempo stiamo lavorando su nuovi geni associati a disturbo dello spettro autistico, che stiamo attivamente studiando al dipartimento di Scienze mediche dell’università e della Città della salute di Torino, grazie al finanziamento come dipartimento di eccellenza”.

Parallelamente tutte le famiglie in cui è stata identificata una mutazione nel Dna vengono richiamate sia per comunicare la diagnosi genetica che per rivalutare i dati clinici dei soggetti affetti, alla luce dei dati biologici, per identificare e caratterizzare le specifiche condizioni genetiche associate a disturbi dello spettro autistico, evidenzia lo studio: l’identificazione di nuovi geni associati a forme di disturbo dello spettro autistico è solo all’inizio e si prevede siano oltre 1000 i geni implicati in queste malattie eterogenee. Infatti, buona parte di queste malattie sono probabilmente associate a diverse varianti in geni importanti per il neurosviluppo, che diventano patologiche solo quando combinate assieme.

(Fonte: Adnkronos)

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