Torino

Musicista suona durante
l’intervento chirurgico al cervello

di oggisalute | 30 dicembre 2019 | pubblicato in Attualità
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Musica in sala operatoria nella Neurochirurgia universitaria dell’ospedale Molinette di Torino, dove nei giorni scorsi un 35enne musicista di professione ha subito un intervento al cervello da sveglio (tecnica asleep-awake), suonando brani alla chitarra acustica e al tamburello per permettere ai chirurghi di non intaccare le sue abilità creative e di improvvisazione musicale.

Il giovane, polistrumentista e compositore della una nota band torinese ‘La stanza di Greta’, vincitrice nel 2017 della Targa Tenco per la migliore opera prima – riferiscono dalla Città della Salute del capoluogo piemontese – era portatore di un’estesa neoformazione a livello del lobo temporale e insulare destro del cervello. L’équipe di Neurochirurgia dedicata all’awake surgery ha pianificato l’intervento in accordo con il paziente, in collaborazione con gli specialisti dell’Anestesia e Rianimazione 2 ospedaliera diretta da Roberto Balagna, e dei professionisti della Psicologia clinica e oncologica universitaria diretta da Giuliano Geminiani.

Dopo una prima fase in narcosi, durante la quale è stato eseguito l’accesso chirurgico, l’uomo è stato risvegliato in sala operatoria dove si è proceduto con il brain mapping al fine di identificare un’area corticale ‘safe’ da cui iniziare ad aggredire la lesione. Durante la mappatura il paziente ha alternato alla testistica classica, somministrata dalla neuropsicologa, momenti di improvvisazione ed esecuzione di brani musicali con l’ausilio di chitarra acustica e tamburello a mano. Il monitoraggio, si legge in una nota, è proseguito anche durante l’exeresi tumorale (asportazione, ndr) secondo i criteri della ‘maximal safe resection’. “Durante tutta la procedura e al termine – riportano i sanitari – il paziente non ha riportato alcun deficit e il controllo Tc post operatorio ha dimostrato il buon esito” dell’operazione.

Non è la prima volta che l’équipe protagonista del nuovo intervento (Diego Garbossa, Antonio Melcarne, Matteo Monticelli, Filippo Veneziani Santonio e Pietro Zeppa) utilizza questa metodica, precisa l’azienda ospedaliero-universitaria torinese. Anzi, “il gruppo da qualche tempo sfrutta la possibilità di testare le cosiddette funzioni superiori dell’essere umano in sala operatoria, durante la rimozione di selezionate lesioni espansive cerebrali, al fine di ottenere un’exeresi massimale con minimi rischi di deficit neurologici permanenti per il paziente, monitorandone tramite opportuna testistica funzioni come linguaggio, insight, abilità visuo spaziali e così via, non altrimenti monitorabili in condizioni di narcosi”.

“Questa volta, però – conclude la nota – a tali obiettivi se ne è aggiunto un altro: quello di preservare le abilità creative e di improvvisazione musicale, cardine fondante della vita del paziente”.

(Fonte: Adnkronos)

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