L'indagine

Rapporto problematico con internet
per un adolescente su cinque

di oggisalute | 23 luglio 2018 | pubblicato in Attualità
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Oltre un adolescente su cinque ha un rapporto problematico con internet. E’ quanto emerge dai risultati di uno studio condotto presso la Fondazione Policlinico universitario A. Gemelli Irccs – Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e pubblicato sulla rivista ‘Frontiers in Psychiatry’, dal quale risulta che oltre il 22% dei giovani che frequentano le scuole superiori ha un rapporto disfunzionale con il web. La ricerca – condotta da Marco Di Nicola e coordinata da Luigi Janiri dell’Unita operativa complessa del Gemelli e Istituto di psichiatria e psicologia della Cattolica – dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet e un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.

Lo studio ha coinvolto 996 ragazzi di scuola superiore (240 maschi e 756 femmine, età media circa 16 anni) valutati attraverso questionari specifici relativi a caratteristiche sociodemografiche, abitudine al fumo di sigaretta, uso di alcolici e di altre sostanze d’abuso, rendimento scolastico e comportamenti a rischio di dipendenza (uso di Internet, gioco d’azzardo, esercizio fisico). “Il consumo frequente di alcolici e l’uso di sostanze sono risultati molto comuni nei maschi – spiega Di Nicola – ma rispetto al passato le differenze di genere sono sempre meno evidenti, soprattutto per quanto riguarda i cannabinoidi e il binge drinking (abbuffate alcoliche)”.

L’uso problematico di Internet è stato rilevato nel 22,1% dei giovani senza differenze tra maschi e femmine. “Tale fenomeno – sottolinea l’esperto – è stato valutato con un’intervista e test specifici sull’impatto dell’uso di Internet sulla quotidianità (scuola, lavoro, rapporti familiari e relazioni interpersonali, durata e qualità del sonno, eccetera) e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al web con le modalità desiderate. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo, con ripercussioni significative sul funzionamento generale del soggetto, anche se non si può parlare ancora di una vera e propria ‘dipendenza’”.

Inoltre, il 9,7% degli adolescenti valutati ha descritto delle modalità di gioco problematiche, con un elevato rischio di sviluppare una condizione di gioco d’azzardo patologico. I maschi riportano tale condotta più frequentemente delle femmine (29,9% vs 3,7%). E ancora, il 6,2% del campione ha riferito di praticare esercizio fisico in maniera eccessiva (in questo caso si sono valutati il grado di coinvolgimento in attività sportive e le ripercussioni negative sul funzionamento quotidiano e sulle relazioni interpersonali, oltre che sull’umore quando i soggetti non possono allenarsi come vorrebbero).

Le condotte di dipendenza studiate, sia da sostanze sia comportamentali, sono risultate associate a una ridotta performance scolastica: più grave è la problematica del ragazzo, peggiore è il suo rendimento, evidenzia Di Nicola. Infine, tratti di personalità e caratteristiche psicologiche come l’incapacità di provare piacere, l’impulsività, la difficoltà a riconoscere e descrivere le proprie emozioni e la tendenza alla dissociazione correlano con il rischio di comportamenti di dipendenza.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito tra i giovani italiani all’abbassarsi dell’età del primo contatto con le sostanze d’abuso, all’aumento del poliabuso, di comportamenti quali il binge drinking e la drunkoressia (sottoporsi a restrizione alimentare prima di consumare alcolici, sia per limitare l’introito calorico ed evitare di prendere peso, sia per potenziare gli effetti euforizzanti e disinibenti dell’alcol), nonché dell’uso problematico di Internet e del gioco (prevalentemente online), con un incremento del rischio di sviluppare in età adulta dipendenze patologiche e disturbi psichici”, conclude Janiri.

(Fonte: Adnkronos)

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