Parla il virologo

Influenza, attesi 5 milioni di casi:
vaccinarsi a novembre

di oggisalute | 4 novembre 2017 | pubblicato in Attualità
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“Novembre è il mese ideale per vaccinarsi contro l’influenza e restare protetti per tutta la stagione”. Parola di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano, che all’Adnkronos Salute spiega:  “Complici gli sbalzi delle temperature, l’influenza nella Penisola si fa ancora attendere: abbiamo circa 120-130 mila casi a settimana di virus parainfluenzali, soprattutto respiratori e gastrointestinali. Ci vorranno almeno due settimane di freddo per la ‘vera influenza’, che quest’anno dovrebbe mettere a letto circa 5 milioni di italiani, più 8-10 milioni colpiti dai virus parainfluenzali”.

Insomma, ci sarà poco da scherzare. “Qualche dubbio è sorto sulla base della stagione influenzale australiana: i casi potrebbero essere anche leggermente superiori. Ma a fare la differenza saranno le temperature – prevede l’esperto – se l’inverno sarà freddo avremo più influenza, se invece ci saranno molti sbalzi a farla da padrone saranno i virus ‘cugini'”. Secondo Pregliasco, “queste comunque sono le settimane ideali per vaccinarsi: invito gli italiani a informarsi perché la campagna vaccinale è ormai partita, anche se è declinata in modalità diverse a livello territoriale”.

“La vaccinazione – ricorda – è offerta gratuitamente agli ‘over 65’ e ai soggetti fragili, cioè con malattie croniche come Bpco, diabete e patologie cardiovascolari. E la buona notizia è che l’anno scorso la tendenza è stata in lieve risalita: si è immunizzato circa il 50% degli anziani, anche se ancora pochi rispetto al 75% indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità”. Ogni anno l’influenza cambia, e di conseguenza si modifica anche la composizione dei vaccini. “Quello influenzale è un virus trasformista – dice Pregliasco – una instabilità nella replicazione che rappresenta un vantaggio per il microrganismo, guidato dal meccanismo del caso e della necessità”.

In che modo cambiano i virus dell’influenza? “Attraverso due meccanismi: la deriva antigenica (antigenic drift), ovvero – spiega Pregliasco – una graduale modifica della sequenza degli aminoacidi che compongono le proteine in grado di stimolare una risposta immunitaria. Un fenomeno che riguarda sia i virus A, sia i B (ma negli A è più marcato e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Infatti, le nuove varianti così si ‘mascherano’ e diventano irriconoscibili agli anticorpi nella maggior parte delle popolazione, tanto da rendere un certo numero di persone suscettibili al nuovo ceppo”. C’è poi lo spostamento antigenico (antigenic shift), “che riguarda solo i virus influenzali di tipo A e consiste nella comparsa nell’uomo di un nuovo ceppo virale con una proteina di superficie appartenente a un sottotipo diverso da quelli comunemente circolanti nella popolazione”.

Gli shift “sono dovuti a riassortimenti tra virus umani e animali, come nel caso dell’influenza ‘suina’, oppure alla trasmissione diretta di virus non-umani all’uomo”. In questi casi, dunque, la fonte dei nuovi sottotipi sono sempre virus animali. “Poiché la popolazione non ha mai incontrato prima questi antigeni – ricorda Pregliasco – in alcune circostanze questi cambiamenti possono provocare una infezione invasiva su scala mondiale: la temuta pandemia”. Come si stabilisce la composizione del vaccino? “In due riunioni l’anno a febbraio e settembre, a Ginevra, mirate proprio a stabilire la composizione vaccinale per ogni emisfero, sulla base dei risultati dei tamponi fatti ai pazienti”.

“Per la stagione 2017-2018 la composizione vaccinale è: A/Michigan/45/2015 (H1N1) – nuova variante; A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2) – presente anche nel vaccino 2016/2017; B/Brisbane/60/2008 (lineaggio B/Victoria) – presente anche nel vaccino 2016/2017. L’incognita – continua il virologo – resta sempre la quota di casi da virus B: negli ultimi anni è stato difficile fare previsioni su quale delle due ‘famiglie’ (Victoria o Yamagata) prevale”. Un errore di previsione rischia di ridurre l’efficacia protettiva della vaccinazione. “La disponibilità di vaccini quadrivalenti rende ora l’ombrello protettivo più ampio: sappiamo che il virus influenzale non è un solista – dice Pregliasco – ma agisce in gruppo. Proprio la difficoltà di previsione legata ai virus B ha portato a sviluppare i vaccini quadrivalenti, resi disponibili al momento da due ditte, che ‘ampliano’ la protezione contro l’influenza, una malattia dai pesanti costi sociali e sanitari”. La raccomandazione del virologo è dunque quella di “approfittare della campagna vaccinale. Ed è davvero importante – conclude – che lo facciano anche gli operatori sanitari”.

(Fonte: Adnkronos)

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