Il 26 settembre vertice europeo

Uova contaminate, il ministero:
“Nessun rischio in Italia”

di oggisalute | 14 agosto 2017 | pubblicato in Attualità
uova

“Ad oggi, non risultano distribuiti al consumo uova o derivati (ovoprodotti) contaminate da fipronil sul territorio nazionale”. Lo conferma il ministero della Salute, in una nota, dopo che la Commissione europea ha inserito il nostro fra i 15 Paesi toccati dal caso delle uova contaminate.

“Dai riscontri incrociati, effettuati dal ministero della Salute, tra le liste di aziende coinvolte e di quelle che hanno spedito prodotti in Italia negli ultimi tre mesi – spiega il ministero – al momento risulta solo, da una segnalazione delle autorità francesi, pervenuta in data 8 agosto attraverso il Rasff, che un’azienda di tale Paese ha acquistato uova da uno degli allevamenti olandesi interessati e le ha trasformate in ovoprodotti che ha poi venduto anche a un’azienda italiana”.

Ma “su disposizione del ministero, le autorità sanitarie locali hanno provveduto a porre sotto sequestro la partita, e quindi il prodotto non è stato posto in commercio. Pertanto, ad oggi, non risultano distribuiti al consumo uova o derivati (ovoprodotti) contaminate da fipronil sul territorio nazionale”, si sottolinea.

Il ministero della Salute “in ogni caso continua a valutare con attenzione le informazioni sulla circolazione dei lotti in Europa, anche in considerazione delle nuove segnalazioni sul sistema di allerta comunitario che provengono da Paesi prima non coinvolti, avvalendosi della stretta collaborazione delle autorità sanitarie regionali e dei carabinieri del Nas”, conclude la nota.

Sul caso delle uova contaminate al fipronil, la Commissione europea ha annunciato che il 26 settembre si terrà una riunione dei ministri dei Paesi coinvolti per “trarre lezioni rilevanti” dallo scandalo. Intanto il ministero della Salute ha inviato alle Regioni, in queste ore, il piano di controllo a campione sulle uova, i prodotti derivati e le carni di pollame, che dovrà essere applicato a livello del territorio. “Le Regioni riceveranno le tabelle che indicano il numero dei controlli che ciascuna dovrà effettuare per garantire la sicurezza. L’attenzione e il monitoraggio restano elevati anche se, al momento, nel nostro Paese non risultano presenti uova contaminate “, spiega all’Adnkronos Salute Giuseppe Ruocco, direttore generale della Sicurezza alimentare del ministero della Salute, che ricorda come “fortunatamente l’Italia ha una buona produzione di uova. La provenienza nazionale è facilmente visibile dal marchio ‘IT’ stampato sui gusci”.

“La situazione – dice Ruocco – è in continua evoluzione a livello europeo. Ma, ad oggi, in Italia ci risulta sia entrata una sola partita di uova già lavorate in Francia e che è stata bloccata prima di entrare in commercio. Ma siamo di fronte a una frode, quindi può servire qualcosa di più delle ordinarie verifiche. E per questo stiamo facendo partire un piano speciale di controlli. Verificheremo con attenzione e prenderemo tutte le misure necessarie anche in base agli aggiornamenti”.

In questi casi, precisa il dirigente ministeriale, “la tempestività delle informazioni è fondamentale. Proprio la tardiva comunicazione dell’allerta da parte di alcuni Paesi ha creato il problema. Il nostro sistema funziona ‘in velocità’. Noi abbiamo ricevuto l’allerta il 31 luglio e nello stesso giorno, in poche ore, abbiamo avvertito le Regioni. L’Italia ha uno dei migliori sistemi di controllo sugli alimenti e siamo fiduciosi che si riuscirà a tenere sotto controllo la situazione”.

Il rischio per la salute dovuto al consumo di uova contaminate “dipende dalla quantità di sostanza ingerita: se una persona adulta ne ingerisce una dose minima i rischi sono circoscritti e limitati. Solo se la percentuale è più consistente e viene assunta in modo costante nel tempo, il rischio comincia a essere reale”. Lo afferma Luciano Atzori, biologo esperto in sicurezza degli alimenti dello studio Abr, commentando il caso delle uova contaminate da un insetticida tossico, il Fipronil, vietato per l’uso in produzioni destinate al consumo.

“Ma il rischio è soggettivo – spiega all’AdnKronos Salute – . I bambini o anche gli anziani sono più vulnerabili degli adulti agli effetti tossicologici. Per loro anche un’assunzione limitata nel tempo e nella quantità può causare rischi”.

(Fonte: Adnkronos)

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