Lo rivela uno studio

Drone “salvacuore” batte ambulanza,
arriva 16 minuti prima

di oggisalute | 15 giugno 2017 | pubblicato in Attualità
drone

Drone batte ambulanza nella lotta contro il tempo per soccorrere una persona colpita da arresto cardiaco. Se il defibrillatore viaggia a bordo del ‘robot con le ali’, invece che sulle 4 ruote, la prima scarica salvavita può essere liberata 16 minuti prima. A indicare una strada hi-tech per abbattere i tempi di soccorso in caso di attacco di cuore sono gli scienziati del Karolinska Institutet svedese. “L’utilizzo dei droni promette di aumentare drammaticamente i tassi di sopravvivenza”, assicurano i ricercatori dell’Istituto dei Nobel, in base ai risultati di uno studio che ha testato le performance del velivolo di pronto intervento automatizzato. Il drone, dicono, può arrivare sul posto 4 volte più velocemente dell’ambulanza.

I veicoli utilizzati nella sperimentazione, descritta su ‘Jama’ e ripresa dai media internazionali, sono certificati dall’Agenzia dei trasporti della Svezia. Sono dotati di un sistema di posizionamento globale, di una fotocamera ad alta definizione e comunicano tramite rete 3G. Completamente automatizzati, i ‘droni croce rossa’ hanno 8 rotori e possono volare fino a una velocità di circa 75 km orari, bypassando il traffico e gli ostacoli inevitabili nel movimento su strada. Pesano meno di 6 chili e trasportano un defibrillatore automatico esterno del peso di circa 760 grammi.

Nel trial condotto dagli scienziati del Karolinska, i droni con defibrillatore hanno risposto a 18 arresti cardiaci simulati nel raggio di 10 km dalla base e in tutti i casi hanno battuto l’ambulanza. Sono riusciti a levarsi in volo entro 3 secondi dalla localizzazione del paziente da soccorrere, arrivando a destinazione in 5 minuti e 21 secondi in media, contro i 22 minuti in media dell’ambulanza. “Risparmiare 16 minuti può essere clinicamente importante”, commentano gli autori.

“L’arresto cardiaco è uno dei principali killer nel mondo occidentale – ricorda al ‘Guardian’ Jacob Hollenberg, direttore del Centre for Resuscitation Science del Karolinska Institute – Ogni minuto è cruciale, anzi possiamo dire che lo è ogni secondo. Ogni minuto che passa dal collasso alla defibrillazione, le chance di sopravvivenza crollano del 10%. Ecco perché la sopravvivenza dopo 10-12 minuti è praticamente pari a zero”.

In termini di sopravvivenza a un arresto cardiaco, “c’è una differenza enorme se si utilizza il defibrillatore entro i primi minuti – aggiunge l’esperto, coordinatore dello studio – Anche migliorando i tempi di intervento delle ambulanze, in situazioni di questo tipo si rischia di arrivare comunque troppo tardi. Appena uno su 10 ce la fa”.

(Fonte: Adnkronos)

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