Disagio sociale

Psichiatria, l’esperto: “Con la crisi
suicidi in aumento del 12%”

di oggisalute | 9 febbraio 2017 | pubblicato in Attualità
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Sono circa 4.000 ogni anno le persone che si tolgono la vita nel nostro Paese. “E con la crisi, dal 2008 in poi, abbiamo registrato un +12% di suicidi negli uomini giovani e adulti in età lavorativa, dunque dai 25 ai 69″. Lo testimonia all’AdnKronos Salute Maurizio Pompili, vice-presidente della International Association for Suicide Prevention (Iasp) e responsabile del Servizio per la Prevenzione del suicidio presso l’azienda ospedaliera Sant’Andrea-Sapienza Università di Roma, dopo il caso del trentenne di Udine che si è ucciso il 31 gennaio, denunciando in una lettera che ‘di no come risposta non si vive, di no si muore’.

“Abbiamo vissuto una crisi simile alla Grande Depressione del ’29 – dice Pompili – Le persone si sono trovate davanti a un lavoro che non c’è, è precario o part-time, a una riduzione di beni durevoli e non. E se nei primi anni abbiamo registrato, purtroppo, molte morti fra imprenditori che non riuscivano più a garantire un futuro alle loro aziende e ai dipendenti, ora ci troviamo a fare i conti con una generazione, quella dei giovani, che dopo anni di tentativi a vuoto ha perso la fiducia nel futuro”. Tanto che molti scommettono su possibilità fuori dall’Italia.

È “un’amarezza comprensibile, quella dei giovani italiani. Ma proprio il fatto di non vedere un futuro – riflette lo psichiatra – aumenta il rischio di suicidio. Si tratta di un problema reale, che finisce per schiacciare le persone più vulnerabili”. In questi casi “il suicidio – prosegue Pompili – viene visto come una soluzione per porre fine al proprio dolore. Se a scegliere questa strada sono le persone più vulnerabili, dobbiamo anche renderci conto che siamo di fronte a una generazione messa a dura prova”.

Per l’esperto è dunque importante intervenire e non sottovalutare il problema. “Oggi in Italia – conclude – abbiamo circa 4.000 suicidi l’anno, con un rapporto di tre a uno fra uomini e donne. Numeri, ma anche singoli casi, che devono far riflettere”, conclude.

(Fonte: Adnkronos)

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