Il caso

Fecondazione assistita, a Rovigo
bando per biologi non obiettori

di oggisalute | 27 febbraio 2017 | pubblicato in Attualità
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Assunzioni ‘riservate’ ai non obiettori anche a Rovigo, già prima del caso dell’ospedale romano San Camillo che ha suscitato molte reazioni in questi giorni. Nella cittadina veneta, infatti, il criterio di selezione ha riguardato i biologi assunti per il Centro di procreazione assistita dell’Ausl 5 polesana, messo in difficoltà dalla scelta di due biologi di appellarsi all’obiezione di coscienza, con disagi per le 150 coppie seguite in quel momento e per le 320 in attesa.

L’azienda sanitaria è stata così costretta a cercare un altro biologo specificando nel bando di selezione – realizzato a novembre 2016  dall’Ulss 18 di Rovigo, nome di parte della Ausl fino al 31 dicembre scorso  – che l’obiezione rappresenta  “giusta causa di recesso dell’Azienda in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile”. Una necessità, insomma, per l’azienda che gestisce una struttura d’eccellenza nella cura dell’infertilità e nella procreazione assistita – l’ospedale San Luca di Trecenta –  dove solo nel 2016 sono state assistite, solo con il pagamento del ticket, 220 coppie e sono nati 62 bambini.

“Quest’azienda –  ha spiegato all’Adnkronos Salute Antonio Compostella, Dg dell’azienda Ausl 5 polesana – ha avviato un percorso di crescita dei servizi di procreazione medicalmente assistita, molto richiesti all’interno della rete dei servizi veneti. Per garantirne la funzionalità, l’eccellenza e la precisione, dopo attenta valutazione della norma dal punto di vista dell’applicazione giuridico amministrativa, abbiamo ritenuto di inserire nel bando questo criterio per dare ai nostri utenti risposte concrete e un percorso funzionale e continuativo. I queste particolari procedure, infatti, la presenza del biologo, i tempi, le modalità e la sicurezza sono elementi fondamentali”.

(Fonte: Adnkronos)

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