Nuove frontiere nel campo dell'invecchiamento

La ricetta anti-età nel Dna di un pesce
che “invecchia” come noi

di oggisalute | 14 marzo 2016 | pubblicato in Attualità
pesce

L’Inrca (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche organizza oggi ad Ancona la lettura “Dalla Savana ai Laboratori”: il professor Alessandro Cellerino della Scuola Normale Superiore illustra una delle recenti scoperte nel campo degli studi sull’invecchiamento.

Nel Dna di un piccolo pesce originario dell’Africa, il Nothobrachius Furzeri, sono state scoperte molte analogie con quello umano, e questo permetterà in futuro di studiare molte malattie legate all’invecchiamento, come l’Alzheimer.

Questo pesce, pur invecchiando in maniera accelerata, sviluppa nell’arco di pochi mesi gli stessi problemi fisici delle persone, come tumori, malattie cardiovascolari e neurodegenerative. L’incontro di oggi serve a fare il punto sulla scoperta che potrebbe consentire agli esperti di studiare più rapidamente i processi tipici della vecchiaia.

L’evento, organizzato dal professor Fiorenzo Conti, del Centro di Neurobiologia dell’invecchiamento Inrca, vede la partecipazione del direttore scientifico Fabrizia Lattanzio e di Alessandro Cellerino, del Laboratorio di biologia della Scuola Normale Superiore, il primo a descrivere il rapidissimo ciclo vitale dell’animale.

Non è un caso che l’incontro si svolga proprio all’Università Politecnica delle Marche, che ogni anno coinvolge i massimi esperti internazionali per affrontare un tema legato alla ricerca sulla terza età.

 

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