Se ne è discusso al Nano World Cancer Day 2016

Tumori, nanofarmaci “intelligenti”
per combattere la malattia

di oggisalute | 8 febbraio 2016 | pubblicato in Attualità
nanofarmaci-farmaceutica

Un po’ cavallo di Troia, un po’ Caronte. Ecco come saranno i nanofarmaci che i ricercatori, in Italia, in Europa e nel mondo, stanno sviluppando per battere il cancro.

Si lavora per sviluppare sistemi che trasportino il farmaco solo nelle cellule malate, annullando così gli effetti collaterali di una somministrazione massiccia che lo diffonderebbe ovunque. Nanoveicoli che navigano nell’organismo per portare il farmaco dove occorre, invisibili al suo sistema immunitario e capaci di superare le barriere biologiche attive nel nostro organismo per difenderci da corpi estranei.

Se ne è parlato qualche giorno fa nel corso del Nano World Cancer Day 2016, evento internazionale organizzato da ETPN (European Technology Platform for Nanomedicine, un organismo che raggruppa istituzioni di ricerca, aziende farmaceutiche e scienziati per promuovere la ricerca e lo sviluppo della nanomedicina) in collaborazione con istituzioni locali. La conferenza stampa italiana, una delle 12 simultanee organizzate in Europa, dal Regno Unito alla Svizzera, alla Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Austria e Turchia, è stata organizzata dall’Università di Milano-Bicocca e dalla Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori.

Alla conferenza stampa presso l’Università di Milano-Bicocca hanno partecipato Cristina Messa, rettore dell’Ateneo, Furio Gramatica, responsabile Health technology della Fondazione Don Gnocchi e membro del comitato esecutivo dell’ETPN, Nadia Zaffaroni, direttore della struttura complessa di Farmacologia Molecolare della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Federico Pantellini, Medical Affairs Director Oncology Celgene Italia, Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico AIRC, Francesco Nicotra, ordinario di Chimica Organica dell’Università di Milano-Bicocca e membro dell’ETPN.

I vettori, che hanno una grandezza che va dai 20 ai 500 miliardesimi di metro, hanno spiegato i ricercatori riuniti in Bicocca, si adattano sia ai tradizionali farmaci chemioterapici sia ai farmaci biologici (acidi nucleici, proteine): entrambe le classi di farmaci hanno bisogno di nano-shuttle che li portino alla destinazione desiderata, ad esempio il tessuto tumorale.

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