Stimate 2 milioni di prestazioni a rischio

Medici in sciopero contro i tagli:
adesione al 75 per cento

di oggisalute | 16 dicembre 2015 | pubblicato in Attualità
medici

I medici italiani incrociano le braccia per lo sciopero proclamato per il 16 dicembre da tutti i sindacati di categoria che rappresentano 200 mila camici bianchi. L’adesione è del 75 per cento. La protesta è rivolta contro i tagli alla sanità e per la difesa del Servizio sanitario nazionale, oltre che per la salvaguardia della dignità dei professionisti. Nei giorni scorsi sono state stimate in circa 2 milioni le prestazioni sanitarie a rischio per la protesta, e sono almeno 40 mila gli interventi chirurgici saltati

“Lo stato di agitazione dei medici testimonia il profondo disagio per un percorso di cambiamento qualitativo della Sanità italiana ormai interrotto da tempo – commenta Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG). – Non può funzionare un Sistema che non favorisce l’investimento nella professione, l’autonomia responsabile dei professionisti, limitando la capacità professionale affidata a soluzioni organizzative da troppo tempo annunciate ma prive di contenuti. Un Sistema il cui vero limite è ancora la burocrazia, lo scarso investimento nelle cure primarie e che non esalta e premia il merito ed i risultati degli operatori”.

“La professione medica italiana è di gran lunga più ricca di qualità e di iniziative di quanto il Sistema Sanitario non riesca ad utilizzare – ha aggiunto Cricelli -. Occorre rilanciare un vero e proprio movimento che esalti la capacità sussidiaria dei medici a favore della qualità delle cure”.

I medici dell’Associazione medici dirigenti Anaao Assomed Sicilia, oggi riuniti a Catania, hanno denunciato: “L’esasperante situazione in cui sono costretti a lavorare, con turni di lavoro massacranti e inaccettabili anche e soprattutto nel benessere della cura dei pazienti; con una rete ospedaliera che fa acqua da tutte le parti, con nessuna previsione di stabilità per i precari con contratti a tempo, con una pianta organica insufficiente a coprire le esigenze, e con un Piano di riordino ‘oscuro'”.

“La nostra categoria – ha detto Massimo Buscema, presidente dell’Ordine dei Medici di Catania – non è sostenuta da una governance attenta anzi tutt’altro, c’è una politica assente che rema contro gli interessi dei pazienti; la disorganizzazione della rete ospedaliera non è un problema ‘interno’ ossia dei medici soltanto, perché tocca direttamente i pazienti non seguiti opportunamente”.

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