Studio su 187 tipologie gestuali

Linguaggio non verbale, ecco
come il cervello decifra la gestualità

di oggisalute | 14 luglio 2015 | pubblicato in Attualità
gestualità

Il linguaggio non verbale del corpo e la gestualità possono essere strumenti di comunicazione molto più diretti rispetto ad ogni parola. Ad esempio, il dito che oscilla per dire “no”, o portato al naso per dire “silenzio”, o ancora il braccio che indica una direzione.

Sono solo alcune tipologie di gesti analizzate dall’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Segrate (Ibfm-Cnr) e dal Cognitive Electrophysiology lab dell’Università di Milano-Bicocca, che hanno studiato i meccanismi neurali alla base della comprensione della gestualità spontanea negli udenti.

Gli esperti, come si legge in uno studio pubblicato sulla rivista ‘Brain and Language’, sono partiti da una batteria di 187 gesti utilizzati spontaneamente per accompagnare o sostituire la comunicazione uditivo-verbale nella lingua italiana. “Per ciascun gesto – spiega Alberto Zani, ricercatore dell’Ibfm-Cnr all’Adnkronos – sono state scattate foto frontali, con varianti regionali-dialettali e soggettive, coinvolgenti mimica facciale e movimenti o posture caratteristiche, compiuti da sei individui, tre maschi e tre femmine, tra i 24 e i 27 anni d’età, per un totale di 1.222 gesti. Gli stimoli sono stati validati da 18 coetanei, anch’essi studenti universitari”. Di questi gesti, “800 sono stati selezionati e abbinati a una descrizione verbale, per la metà incongruente, per testare i meccanismi di comprensione semantica da parte degli studenti: di 14 sono stati registrati i potenziali bioelettrici cerebrali (ERPs)”, prosegue.

L’osservazione sperimentale dei soggetti impegnati nella comprensione ha mostrato “un’ampia risposta bioelettrica chiamata ‘N400 frontale’, che indica il riconoscimento automatico di un’incongruenza di significato tra gesto e descrizione, circa 400 millisecondi dopo la stimolazione”, evidenzia Zani. “I segnali neurali ottenuti – si legge ancora in una nota Adnkronos – corrispondono ad aree cerebrali linguistiche-semantiche (lobo temporale mediale sinistro e talamo) e sintattiche (lobo temporale superiore per il linguaggio audiovisivo). Sono risultati attivi anche il sistema di osservazione dell’azione noto come ‘sistema di neuroni specchio fronto-parietale’ (corteccia premotoria e corteccia parietale inferiore sinistra) e le aree coinvolte nell’elaborazione delle parti del corpo e del volto”.

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