Un calciatore su tre soffre di allergie

Rischio doping: in arrivo
il passaporto biologico nel calcio

di oggisalute | 3 giugno 2015 | pubblicato in Attualità
doping

Doping e tutela della salute al centro dell’analisi degli specialisti in un confronto tra tecnici e decisori politici durante il congresso Biological therapies in medicine che si è concluso sabato a Ischia. Particolarmente ricca la rappresentanza dei dirigenti della FIGC: “Dalla medicalizzazione dei calciatori alla lotta al doping in Italia viene definito il ruolo e le attività di una vera task force coordinata tra gli altri dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Laboratorio Anti Doping diretto dal Prof. Francesco Botrè – sottolinea Giuseppe Capua, già per 14 anni presidente Commissione Anti Doping della FIGC ed oggi approdato al Club Italia.

IL CONGRESSO – Farmaci biologici, intolleranze alimentari nello sport, celiachia e doping al centro dell’ottava edizione del Congresso Biological therapies in medicine, che si è conclusa sabato a Ischia, presieduto da Amato de Paulis. Durante l’evento sono state illustrate ai partecipanti le più recenti linee guida nella diagnosi, prevenzione e trattamento di diverse patologie autoimmuni ed allergiche. Ma sono stati anche trattati temi relativi ai percorsi diagnostico-terapeutici delle principali patologie allergiche quali asma grave, rinite, angioedema, dermatite atopica e psoriasi, affrontandone gli aspetti salienti e specificandone le nuove terapie.

“Quelle biologiche sono terapie innovative che permettono di ottenere ottimi risultati – spiega il Amato de Paulis, professore di medicina interna del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali di Napoli e membro del direttivo della SIAAIC – tramite meccanismi immunologici: con queste nuove modalità possiamo approcciare a diverse patologie umane. Come l’angioedema ereditario, per il quale esiste un farmaco apposito, o l’orticaria cronica, il cui farmaco sarà presto sul mercato. Ma si parlerà anche delle diverse possibilità di somministrazione, nonché degli alti costi degli stessi. Nell’anno dell’Expo spazio anche all’alimentazione e cibo e alle terapie che riguardano le relative problematiche, ma anche ai nuovi presidi terapeutici per contrastare la fibrosi polmonare, malattia molto grave le cui condizioni di vita sono particolarmente gravose per tutti i pazienti. Come nelle precedenti edizioni ampio spazio sarà dato ai temi del doping e della medicalizzazione dei calciatori, con la presenza di autorevoli esponenti della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio)”.

DOPING E FARMACI NEL CALCIO – “Quella dell’assunzione di farmaci è una di quelle situazioni – dichiara Giuseppe Capua, Presidente Uscente Commissione Antidoping Federcalcio e oggi in Club Italia – che deve essere assolutamente chiarita, sia per lo staff medico, sia per gli stessi calciatori, che devono essere i primi responsabili delle sostanze che assumono. Quando ci sono delle interferenze tra alcuni farmaci prescritti, come può avvenire in casi di asma, potrebbe verificarsi un riscontro di positività al laboratorio per l’antidoping. Ma è sufficiente che l’atleta comunichi la sostanza assunta alla commissione per le esenzioni a fini terapeutici in ambito CONI; viene quindi concessa un’esenzione dal punto di vista terapeutico se si è costretti a sottoporsi a questo tipo di terapia”.

“Il calcio è uno sport seguito da circa 20 milioni di persone – afferma il magistrato Maurizio Stanziola, Presidente di Sezione Corte d’Appello di Napoli – eppure è anche lo sport col maggior numero di scandali, per lo più legato al mondo delle scommesse e del doping. E’ un mondo che va tutelato, dove la corruzione è facilissima e la tutela deve essere altissima. Sono troppi gli interessi in ballo, e troppa la responsabilità nei confronti di chi ama e segue questo sport. Il messaggio che deve essere lanciato, e noi ci impegniamo per questo, è quello di un mondo “pulito”, ma deve essere così a tutti i livelli: atleti, dirigenti e società “.

ALLERGIE E DROGHE – L’allergia è una di quelle condizioni patologiche molto presente nel mondo dello sport, ed interessa il 30% dei calciatori italiani. Chi gestisce l’antidoping ha il dovere di essere garantista il più possibile, ma non deve essere vittima di tranelli, e quindi deve riconoscere la malattia, altrimenti alcuni farmaci potrebbero essere usati per scopo dopante. “Negli ultimi 15 anni di attività – prosegue il Prof. Capua – abbiamo coinvolto tutti gli attori di questo mondo: medici, dirigenti e calciatori, uno per uno, perché i nostri ispettori erano dei testimonial di un mondo che oggi è diventata routine, almeno nel mondo del calcio. Non è un caso che esistono diversi riscontri di positività reali tra sportivi di altre discipline. Nel mondo del calcio non riscontriamo positività a sostanze dopanti da anni, nonostante siano state scoperte assunzioni di cocaina e cannabis, che interessa circa l’1% dei giocatori italiani. Abbiamo fatto tutto ciò che gli strumenti attuali ci hanno permesso di fare. Ma oggi c’è un altro interessante progetto, il passaporto biologico, che la Federcalcio ha già improntato e preparato in tempi non sospetti. Sarà la nuova frontiera dell’antidoping, e dovrebbe arrivare con il prossimo campionato”.

COS’E’ IL PASSAPORTO BIOLOGICO – E’ una tecnica antidoping introdotta dalla WADA (World Anti-Doping Agency) che consiste nel tracciamento nel tempo dei parametri ematici dell’atleta. La squalifica per doping dell’atleta incorre nel caso in cui vengano rilevati andamenti anomali e ingiustificati di tali parametri rispetto al profilo tipico dell’atleta. Non rileva , quindi, la presenza/assunzione diretta del farmaco dopante, ma individua gli effetti anomali che tali sostanze inducono sull’organismo smascherandone così l’assunzione sul breve, medio e lungo termine.

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