Mappatura solo in metà delle regioni italiane

Amianto, l’allarme di Legambiente:
“In Italia 4 mila morti all’anno”

di oggisalute | 27 aprile 2015 | pubblicato in Attualità
amianto

Il 28 aprile si celebra la giornata mondiale delle vittime dell’amianto. Legambiente rilancia la questione con un nuovo rapporto e chiede con ”urgenza un impegno concreto nazionale e locale per fermare questa drammatica emergenza”, ricordando “le tante persone che hanno perso la vita a causa della fibra killer”.

“Ogni anno, – sottolinea l’associazione ambientalista – in Italia muoiono ancora 4mila persone per tutte le malattie asbesto correlatecon oltre 15mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2008 (Registro Nazionale Mesotelioma di Inail). A 23 anni dalla sua messa al bando, l’amianto è ancora diffusissimo, in diverse forme, sul nostro territorio: le stime (per difetto) di CNR-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate; il Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’Ambiente conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto.

Nonostante la Legge 257 prevedesse Piani Regionali Amianto redatti entro 180 giorni dalla sua pubblicazione, – fa sapere Legambiente – “ad oggi Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna non li hanno ancora approvati. Intanto il censimento, fondamentale per calcolare le quantità da recuperare e realizzato (in modo disomogeneo) solo in 10 Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta), indica oltre 230mila strutture censiteIn particolare, gli edifici pubblici e privati contenenti amianto sarebbero più di 188.000 cui vanno aggiunti i 6.913 siti industriali dislocati su tutto il territorio nazionale e altre strutture contenenti la pericolosa fibra”.

L’altro strumento fondamentale, la mappatura dell’amianto presente sul territorio – denuncia l’associazione – “è stata conclusa solo da metà delle Regioni (Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta), mentre è in fase di ultimazione nelle province autonome di Bolzano e Trento. La Banca Dati Amianto coordinata dal ministero dell’Ambiente riporta almeno 38.000 siti su tutto il territorio nazionale, con oltre 300 siti in classe di priorità 1, ovvero a maggior rischio, su cui avviare da subito le azioni di risanamento”.

“Il risanamento ambientale, la bonifica e il corretto smaltimento dei materiali contenenti amianto devono essere le priorità per portare a zero il rischio connesso con l’esposizione alla pericolosa fibra – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti -. Per questo però occorre un serio impegno da parte innanzitutto delle Regioni e degli altri enti locali e nazionali competenti. Fino ad oggi, purtroppo, i risultati ottenuti sono molto scarsi. È urgente intervenire tanto sui grandi siti industriali quanto sugli edifici pubblici e privati; bisogna completare il censimento e gestire con attenzione i sistemi e gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei materiali contenenti amianto. E’ poi necessario promuovere una corretta informazione sul problema amianto, su come comportarsi per eseguire interventi corretti e sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre dovuta al deterioramento delle strutture ma anche allo smaltimento illegale dei materiali”.

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