Il primo contatto con il mondo esterno

Allattamento e salute: quali benefici
per la madre e il bambino

di federica di martino | 7 gennaio 2015 | pubblicato in Attualità
mother feeding her baby in nature outdoors in the park

L’allattamento rappresenta forse il principale prototipo delle forme di relazione e contatto con il mondo esterno. Esso, infatti,  ha assunto preminente rilievo nelle teorizzazioni dello sviluppo, proprio a fronte della forte carica psichica, oltre al soddisfacimento legato al bisogno fisiologico primario.

Quali i benefici per la madre ed il bambino? L’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive notevoli prerogative:

– l’allattamento rappresenta la primaria forma di immunizzazione per il bambino, e in particolare l’allattamento al seno protegge il bambino da malattie respiratorie, gastroenteriti e otiti.

– nell’allattamento il bambino ritrova l’holding e l’accoglienza propri della gestazione, un abbraccio fermo e protettivo capace di infondere sicurezza nello sviluppo personale. Spesso durante l’allattamento il bambino tende a rivolgere costantemente lo sguardo verso la madre, modello che lo accompagnerà nelle relazioni interpersonali, aperte a nuove possibilità proprio grazie alla sicurezza di un ambiente che lo ha sostenuto precedentemente.

– per la donna l’allattamento al seno può ridurre il rischio di depressione post-partum, laddove esso sia vissuto come momento positivo, in quanto accompagna in maniera graduale la donna dalla gravidanza alla crescita e indipendenza del proprio bambino.

– è normale che la madre abbia bisogno del tempo necessario per sintonizzarsi con la ricettività del neonato, per cui risulta importante lasciarsi qualche giorno per apprendere insieme i tempi e le modalità condivise.

Per quanto tempo allattare? Generalmente Le poppate al giorno nei primi mesi di vita possono essere dalle 6 alle 12 con intervalli da 1 ora e mezza a 3-4 ore, ricordando sempre che ogni bambino è diverso, e sarà lui stesso ad indicare il grado di soddisfazione o la necessità di alimentarsi nuovamente.

Fino a che età si allatta? L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di nutrire al seno in modo esclusivo fino al sesto mese compiuto, mentre in seguito sarà a discrezione della diade scegliere lo svezzamento spontaneo, oppure decidere autonomamente quando interromperlo. Tuttavia, si sconsiglia una tendenza all’allattamento prolungato nel tempo, a volte addirittura negli anni, in quanto il pericolo è di protrarre un legame dipendente, che ammetta con difficoltà la possibilità di rendersi autonomi e indipendenti.

Se ho scelto di alimentare artificialmente? Tutti gli esperti consigliano l’allattamento naturale, ma laddove esso non possa essere intrapreso, risulta fondamentale ricordare che anche qui sono implicate forte valenze psicoaffettive e non sono di natura nutritiva. E’ consigliabile, durante le prime settimane di vita, che il biberon venga somministrato dalla madre, nella creazione di un rapporto di esclusività, poiché come scrive la psicoanalista F. Doltò ” il fragile lattante ha bisogno non solamente di cure materne, di calore, di calma, di protezione – che chiunque potrebbe dargli -, ma anche dell’ambiente sensoriale e psicoaffettivo di colei che per lui è il primo cibo, mondo vivente”.

Commenti

  1. Federica di Martino scrive:

    Salve. Le indicazioni riprese dall’OMS riguardano il tempo minimo di allattamento. Molte correnti psicoanalitiche e psicodinamiche, tra cui Winnicott, F.Dolto, M.Klein, lo stesso Bolwby, nonchè Freud, parlano della necessità per il bambino di individuarsi, uscendo fuori dall’indistinto materno primario. Ovviamente questo è uno dei punti di vista, non essendoci un diktat univoco. La teoria psicoanalitica è tutt’altro che superata, e non essendoci un punto di vista univoco, i punti di vista a riguardo possono essere multipli.
    Detto ciò, come indicato, ogni genitore sceglie ciò che è bene per il proprio figlio. Grazie comunque per i contributi e i diversi punti vista che possono arricchire il panorama di opinioni.

    • Luca Pizzonia scrive:

      Certo, ben venga arricchire il panorama.

      Però si poteva specificare che quello psicodinamico (a cui l’autrice fa riferimento) è “un” punto di vista, piuttosto che un generico:

      “Tuttavia, si sconsiglia una tendenza all’allattamento prolungato nel tempo, a volte addirittura negli anni, in quanto il pericolo è di protrarre un legame dipendente, che ammetta con difficoltà la possibilità di rendersi autonomi e indipendenti.”

      altrimenti il lettore (soprattutto la lettrice) non si rende conto che esistono altre prospettive e crede che questa sia l’unica dimensione possibile.

  2. Viviana scrive:

    Io sono un esempio lampante di ciò che questo articolo pone come un rischio: allatto mia figlia da 2 anni, sono una lavoratrice e spesso sono fuori città per settimane intere. Beh,sembra che il bisogno di contatto, fisiologico per ogni bambino,sia stato ampiamente soddisfatto, perché mia figlia esplora, interagisce con il mondo,si allontana da me con serenità e,quando ha bisogno del sua coccola, ha il suo seno. Ha fiducia nel mondo e in me perché sa che ogni suo bisogno viene soddisfatto quando ne ha necessità. Credo che questa possa essere la base per crescere una bimba equilibrata e sicura di sé.
    Mi sorprende che si divulghi un concetto enormemente sbagliato e venga trattato con tanta leggerezza un argomento così delicato come l’allattamento.

  3. Rosaria scrive:

    Ci sono delle informazioni errate in questo articolo, in primis quello che dice l’OMS, che consiglia di allattare almeno fino ai due anni. Sostenere che l’allattamento prolungato sia rischioso dal punto di vista psicologico, non solo è una teoria superata ma è un’informazione errata per le madri che allatteranno. che in questo modo, temo, saranno sempre meno.

  4. Luca Pizzonia scrive:

    Da chi sarebbe sconsigliato “l’allattamento prolungato nel tempo”?
    Perché l’OMS dice esattamente il contrario, fino a 2 anni e anche oltre.
    Argomento ripreso anche dal nostro Istituto Superiore della Sanità:
    http://www.epicentro.iss.it/argomenti/allattamento/allattamento.asp
    Dovrebbero essere ben note le ricerche della Ainsworth, collaboratrice di Bolwby, riguardo all’allattamento prolungato.

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