Innovazione in campo pedagogico

Autismo, nasce social network
per sviluppare l’autonomia

di federica di martino | 15 gennaio 2015 | pubblicato in Attualità
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Nasce a Piacenza, grazie all’idea della cooperativa sociale Tice, il progetto “Social Innovation Home e Mindbook”. L’attivazione del social è prevista per settembre 2015, con il coinvolgimento iniziale di circa 40 tra ragazzi e famiglie.

Un progetto sorto per promuovere lo sviluppo dell’autonomia in ragazzi con disturbi dello spettro autistico ed altri tipi di disabilità; il focus è rivolto soprattutto alla socializzazione, reale e virtuale, attraverso la creazione di un social network dedicato. Esso rappresenta inoltre un’innovazione anche in campo pedagogico, capace di affiancare l’impiego della rete alle nuove frontiere educative, promuovendo percorsi che facilitino l’interazione evitando lo stigma e l’isolamento, che forse rappresentano ad oggi i rischi maggiori per persone che presentano disagi.

Come si sviluppa questo social e quali i benefici?  Lo strumento è suddiviso su tre livelli; il primo concerne persone con gravi disabilità, e in questo caso la funzione sarà ad appannaggio delle famiglie, per scambi di informazioni e comunicazioni telematiche. Le altre due funzioni riguardano ragazzi con disagi più o meno lievi, permettendo ai ragazzi interazioni dirette all’interno del social network.  Nella fase preliminare uno psicologo guiderà il ragazzo nell’approccio allo strumento e alle diverse funzioni; in seguito lo accompagnerà nella selezione degli amici in base agli interessi raccolti nella scheda di iscrizione. Lo scopo del progetto è rivolto alla fase conclusiva, quella in cui il ragazzo avrà assunto ed interiorizzato tutte le funzioni, potendo gestire in autonomia le relazioni e il proprio profilo.

Il progetto comunque si muove anche su un piano reale, oltre a quello virtuale, garantendo uno spazio di incontro per i ragazzi, nonché funzioni utili come quello del doposcuola.

Si potrebbe addurre la critica riguardante una possibile “ghettizzazione” dei soggetti con patologie psichiche, soprattutto rispetto a un tema così complesso e dibattuto quale l’autismo; il soggetto autistico è chiuso in un mondo proprio, diffidente verso l’ambiente esterno, nel tentativo vitale di bastare a se stesso. Ed è proprio per questo che diviene difficile prevedere ipotesi di terapia, e soprattutto permettere percorsi volti alla socializzazione e all’apertura all’altro. Un tentativo che concilii l’utilizzo della rete a quello della psicoeducazione, risulta interessante sotto diversi aspetti, mantenendo comunque aperto vivo il dibattito su un tema così complesso, che non renda conto esclusivamente di una patologia, ma soprattutto sui modi per favorire percorsi di apertura e miglioramento per le condizioni di vita.

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