Il profilo di Adriano Chiò pubblicato su Lancet Neurology

Sla, è italiano uno dei migliori ricercatori del mondo

di oggisalute | 11 dicembre 2014 | pubblicato in Ricerca
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E’ stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Lancet Neurology il profilo del professor Adriano Chiò, ricercatore dell’Università di Torino e responsabile del Centro Regionale Esperto per la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Questo evento rappresenta un raro e prestigioso riconoscimento che la rivista riserva ai migliori ricercatori mondiali che hanno pubblicato lavori scientifici di rilievo internazionale nel campo della neurologia. Si tratta della seconda volta di sempre che Lancet Neurology dedica ad un ricercatore italiano la pubblicazione del profilo. Solo uno scienziato italiano aveva avuto tale tale onore nella storia di Lancet Neurology.

Nell’articolo (link: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1474442214702741) la figura del professor Chiò viene definita con il titolo ‘il collezionista indomito’. Il giornalista descrive le caratteristiche del ricercatore torinese cogliendo le qualità professionali, l’autorevolezza negli ambiti di pertinenza ed anche alcuni aspetti della vita personale, non risparmiando qualche nota di spirito.

Il profilo di Adriano Chiò è stato pubblicato insieme ad una importante revisione scientifica sugli ultimi progressi delle neuroimmagini applicate alla Sclerosi laterale amiotrofica, la cui firma principale di Chiò è stata accompagnata da quella del professor Massimo Filippi e della dottoressa Federica Agosta dell’Istituto San Raffaele di Milano, del dottor Andrea Calvo, ricercatore dell’Università di Torino, della dottoressa Angelina Cistaro (IRMET, Torino) e del dottor Marco Pagani (CNR, Roma). In questo importante lavoro di revisione emerge il ruolo fondamentale delle nuove tecnologie di neuroimmagine, delle nuove sequenze di risonanza magnetica e delle applicazioni della PET, che rappresentano pertanto strumenti chiave nel processo di diagnosi e di follow-up dei pazienti affetti da SLA. In particolare si mettono in evidenza i recenti studi di applicazione delle sequenze di trattografia e delle immagini PET, lavori eseguiti recentemente dagli stessi autori di questa revisione.

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