La scoperta del Cnr

Il “déjà-vu” non è più un mistero:
a causarlo è un’anomalia cerebrale

di oggisalute | 31 dicembre 2014 | pubblicato in Ricerca
DEJA-VU

Nessun “residuo” di vite precedenti o ricordi inconsci. La sensazione di rivivere certi attimi della nostra vita, nota come “déjà-vu”, non sarebbe altro che un’anomalia cerebrale. Lo sostengono gli esperti dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr pubblicando, in un comunicato, i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con la Clinica neurologica dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

“Finora – si legge nella nota del Cnr – non esisteva una risposta scientifica definitiva che spiegasse il funzionamento del déjà-vu, fenomeno psichico presente in circa l’80% della popolazione normale e che consiste nell’erronea sensazione di aver già visto un’immagine o vissuto un avvenimento o una situazione. Finora non è stata trovata una spiegazione plausibile a questo affascinante fenomeno, anche perché si è sempre studiato il déjà-vu in condizioni di normalità, senza mai considerare la condizione patologica”.

“I pazienti con epilessia – riferisce ancora il Cnr – rappresentano un modello patologico più noto in letteratura in quanto le illusioni déjà-vu sono, in realtà, manifestazioni epilettiche derivanti dalle scariche all’interno del cervello. Gli specialisti che hanno condotto la ricerca hanno confrontato per la prima volta al mondo il cervello delle persone più colpite da déjà-vu, sia pazienti neurologici affetti da epilessia che soggetti sani”.

“Lo studio – spiega all’Ansa Angelo Labate, neurologo associato dell’Ibfm-Cnr e docente dell’Università Magna Graecia – ha evidenziato che sia i soggetti malati che le persone sane interessate da déjà-vu presentano anomalie a livello morfologico, che coinvolgono però aree cerebrali diverse. I pazienti affetti da epilessia presentano anomalie localizzate nella corteccia visiva e nell’ippocampo, cioè nelle aree cerebrali deputate al riconoscimento visivo e alla memorizzazione a lungo termine”.

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