Un video-denuncia diventa virale

Violenza sulle donne,
riconoscerla per affrontarla VIDEO

di federica di martino | 3 novembre 2014 | pubblicato in Attualità
video violenza donne

Un recente video promosso dalla società di Marketing Rob Bliss Creative descrive 10 ore di cammino per le strade di New York di una giovane donna, conditi da ben 108 episodi tra saluti, complimenti più o meno lusinghieri, inviti a sfondo sessuale, finanche un breve pedinamento.

Il video, volto a promuovere una campagna contro la violenza sulle donne, è diventato subito virale in rete, collezionando in poco tempo più di 7 milioni di visualizzazioni. Il segreto di tanto successo? Probabilmente l’aver raccontato, attraverso un video costo zero, ciò che quotidianamente tante donne sperimentano.

Negli ultimi anni il tema delle violenza sulle donne si sta facendo sempre più spazio nelle cronache, anche nel nostro Belpaese, con statistiche alla mano degne di un film dell’orrore. I documenti forniti da Casa delle Donne di Bologna descrivono più di 1000 casi di violenza accertati a partire dal 2005.

A ciò aggiungiamo quello che forse non rientrerà mai nelle statistiche accreditate, ovvero la violenza del quotidiano, quella che passa da sguardi invasivi, complimenti poco graditi e apprezzamenti di dubbio gusto.

Come riconoscere dunque la violenza psicologica e come affrontarla? Come descritto da Sara Sandrini de La Casa delle Donne CaD-Brescia, “una strategia alla base della violenza psicologica è costituita dalle critiche avvilenti volte a minare l’autostima della persona, a mostrarle che è priva di valore.  Umiliare, svilire, ridicolizzare, costituiscono atti peculiari della violenza psicologica. Talvolta, quando le critiche e le umiliazioni sono a contenuto sessuale, queste generano un senso di vergogna che diventa un ulteriore ostacolo al cercare un aiuto esterno”.

Poiché dunque la violenza psicologica fonda il suo essere su una asimmetria di schema relazionale, risulta fondamentale rimodulare la propria posizione individuale, non assumendo su di sé la violenza volta a svalutare la propria soggettività. Sguardo basso, passo incerto, cambiare addirittura strada laddove si manifestano atteggiamenti sgraditi, possono diventare dunque sintomi predittori di un senso di colpa che la donna assumerà su di sé a fronte del gesto violento.

Risulta fondamentale inoltre un cambiamento sociale, in cui venga attribuita funzione e legittimità alle violenze di tipo psicologico, spesso relegate nel marasma dell’indefinitezza, nonché ad una valida informazione, che permetta di rimodulare i classici e a volte semplicistici modelli culturali di genere.

Lascia un commento

Protezione anti-spam *