Nuove cure per l’incontinenza, spicca a Madrid il modello virtuoso dell’Italia

di oggisalute | 6 giugno 2014 | pubblicato in Ricerca
incontinenza

Qualità della vita migliore per i pazienti che soffrono di incontinenza e minor impatto sociale ed economico per il sistema Salute. Sono questi gli obiettivi del confronto internazionale svoltosi a Madrid durante il 5° Global forum on incontinence che ha radunato oltre 300 esperti di incontinenza e ha visto tra i protagonisti anche l’Italia. La Fondazione italiana continenza, ente che opera per il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti e rompere il tabù sulla patologia, ha portato sul tavolo dei relatori l’esempio positivo del nostro Paese nella gestione del disturbo e ha posto l’accento sull’organizzazione delle reti per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’incontinenza, problematica che affligge cinque milioni di italiani.

Rappresenta un problema socio-sanitario rilevante per tutti i Paesi, per cui è importante trovare risposte soddisfacenti sia in termini di efficacia sia di rapporto costo/beneficio, soprattutto in relazione all’invecchiamento della popolazione. Non bisogna dimenticare che rappresenta una patologia in continuo aumento, nella sola Europa, nel 2000, gli ultra 65enni erano 71 milioni e si stima che arriveranno a essere 107 milioni nel 2025 e 165 milioni nel 2050. L’incontinenza può interessare qualunque fascia d’età ed entrambi i sessi, con una maggiore prevalenza nelle donne: nella popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni, infatti, la prevalenza negli uomini varia dall’1,5% al 5% mentre nelle donne dal 10% al 30%. L’insorgenza d’incontinenza urinaria cresce all’aumentare dell’età: per i soggetti non ospedalizzati di età superiore ai sessant’anni, infatti, la prevalenza di incontinenza urinaria varia dal 15% al 35%.

Il congresso spagnolo ha messo in luce i risultati del rapporto Optimum continence service specification che delinea una serie di principi per organizzare al meglio le cure per l’incontinenza a livello globale e allo stesso tempo fornisce indicazioni sui costi per la salute e per il Sistema Sanitario. “L’incontinenza è un problema sottostimato e non trattato a sufficienza, che rappresenta un onere considerevole sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro caregivers”, ha dichiarato Adrian Wagg, professore di Geriatria del dipartimento di Medicina dell’Università di Alberta (Canada) e autore principale della ricerca.

Lo studio, che ha coinvolto esperti da tutto il mondo, presenta un percorso ideale per migliorare l’organizzazione della fornitura di servizi e la qualità della vita delle persone affette dalla problematica. Questo standard di cura è stato sviluppato sulla base di linee guida cliniche e della letteratura scientifica e sulle interviste a operatori che si occupano di incontinenza in tutto il mondo. Il modello di assistenza integrata ottenuto offre una serie di raccomandazioni per migliorare il rapporto costo/efficacia della qualità delle cure.

I dati emersi hanno delineato il profilo dei pazienti affetti da incontinenza ma anche quello dei loro caregivers (familiari, badanti, amici) che spesso subiscono le conseguenze del disagio che affligge il proprio assistito, con un conseguente peggioramento anche della loro qualità di vita. Durante il congresso sono stati messi a confronto diversi modelli di gestione: nel contesto internazionale spicca l’esempio delle reti per la diagnosi e la cura dell’incontinenza promosse dalla Fondazione italiana continenza. Il modello piemontese, in particolare, è stato presentato dalla dottoressa Antonella Biroli, fisiatra dell’ ospedale S. Giovanni Bosco di Torino. “La Regione Piemonte rappresenta un punto di riferimento nel nostro Paese in relazione alla  organizzazione delle cure per l’incontinenza,  fondata  su centri multidisciplinari distribuiti su tutto il territorio regionale, organizzati in rete ”, ha spiegato Biroli.

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