Pietro Migliaccio (Sisa): Se si vince, pasto libero

Mondiali e tentazioni del palato, arriva la dieta del tifoso
Stilata la classifica dei cibi più salutari

di valerio droga | 13 giugno 2014 | pubblicato in Attualità,Prevenzione
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“Frittatona di cipolle, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero”. Paolo Villaggio rappresentava così l’italiano medio davanti alla partita di calcio della nazionale. I Mondiali sono ormai iniziati e gli italiani si raccolgono davanti alla tv con bandiere, trombette… e snack. Patatine, salatini e birra la fanno da padrone tra una parata e un calcio di rigore: più si alza la tensione e più questa si sfoga con la voracità. Per non parlare della cena, spesso a base di pizza o tavola calda, un bel gelato a fine primo tempo e magari un cornetto caldo prima di andare a letto. Così, mentre i nostri campioni corrono e si tengono in forma, noi tifosi ingrassiamo sulle nostre poltrone. Che si veda la partita in casa da soli o in compagnia o si vada fuori davanti a un maxi schermo, la situazione non cambia, il cibo è il miglior compagno di gioia e tensioni.

Se dunque proprio non sappiamo rinunciarvi, quello che possiamo fare è quantomeno porci davanti un bouquet di alimenti sani e ipocalorici, possibilmente di stagione, ricchi di acqua e vitamine, per evitare di ritrovarci a fine stagione anche quattro chili in più. Se poi, a fine partita, non dovessimo riuscire a ‘digerire’ una eventuale sconfitta, anche il cibo ingerito ci resterebbe sullo stomaco, quindi meglio prepararsi al peggio e riservarsi la possibilità di ‘festeggiare’ con un pasto fuori dalle regole in caso di vittoria. Per questo il professor Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di scienza dell’alimentazione (Sisa), ha fornito un pacchetto di raccomandazioni che già è stato correttamente definito “la dieta del tifoso“.

Una partita può essere anticipata da una insalata caprese tricolore, a base di lattuga, mozzarella e pomodori, condita con olio extravergine di oliva, rigorosamente italiano, s’intende! Il tutto da accompagnare con mezzo o un panino intero. Durante la partita è meglio privilegiare la frutta, magari tagliata a cubetti a mo’ di snack. Si possono utilizzare frutti di stagione come per esempio melone, anguria, cantalupo o ananas. I cubetti possono essere lasciati in frigo per un’ora prima di servirli. E per il dopo partita? Beh, si direbbe che dipende. Dal risultato, naturalmente. In caso di sconfitta è consigliata un piatto di risotto al nero di seppia, richiamando l’umore del tifoso, mentre se siamo di fronte a una vittoria si dà libertà a un pasto gustoso e ricco, magari accompagnato da uno spumantino anch’esso cisalpino! Un esempio potrebbe essere un piatto di pasta al pomodoro, basilico e parmigiano (giusto per rimanere fedeli al tricolore) oppure alle vongole se si preferisce il gusto del mare, un secondo a base di carne o pesce con contorno di verdure.

Se la vittoria è stata esagerata e le quantità conseguentemente sproporzionate, è bene contenersi il giorno successivo, iniziando la giornata con un bicchiere di latte parzialmente scremato (o latte vegetale) e due fette di pane, magari tostate in padella o al forno, con un velo di marmellata. A metà mattina uno yogurt può essere un buon modo per fare uno spuntino, bianco o alla frutta. A pranzo si suggerisce mezza rosetta da accompagnare a circa 80 grammi di formaggio light o tonno sgocciolato, da far seguire a verdura cotta e insalata. Il pomeriggio può essere rinfrescato da un ghiacciolo alla frutta, magari fatto in casa, o un frutto di stagione, mentre per cena è raccomandata una porzione di circa 150 grammi di pesce o pollo, un’insalata verde mista o zucchinette arrostite, con un filo d’olio e mezzo panino.

E a proposito di sport e classifiche, è stata pubblicata su Preventing chronic disease una classifica dei cibi che proteggono dalle malattie croniche più diffuse, come il cancro, le patologie cardiovascolari e quelle neurodegenerative, stilata dai ricercatori della William Paterson University (New Jersey) e validata dai Centers of disease control and prevention statunitensi. Questa graduatoria si basa su un indice di “densità nutritiva” degli alimenti, ovvero il rapporto tra la percentuale dei nutrienti protettivi per la salute e il contenuto calorico. Stiamo parlando prevalentemente di fibre, sali minerali e vitamine, dal potassio al calcio, dal ferro alla tiamina, la riboflavina, la niacina, i folati, lo zinco e vitamine A, B6, B12, C, D, E e K.

Questa classifica tiene conto di questi nutrienti contenuti nei vegetali crudi, va quindi considerato che molte di queste sostanze, soprattutto è il caso delle vitamine termolabili, vengono perse con la cottura, soprattutto se prolungata e ad alte temperature. Questo non significa naturalmente che questi cibi non vadano cotti, in alcuni casi è necessario, non solo per una maggiore digeribilità. La regola base è di alternare all’interno di uno stesso pasto cibi cotti e cibi crudi, consumando il più possibile crudi quelli raccolti freschi, ancora ricchi di sostanze nutritive. La classifica comprende 41 prodotti che vanno da un indice minimo di 10,47 del pompelmo bianco a un massimo di 122,68 del crescione. Il crescione è per altro facilissimo da coltivare in casa propria con un semplice germogliatore. I germogli possono essere quindi consumati freschi in insalata o in mezzo al pane o sbollentati e usati per aromatizzare zuppe e minestre. Quest’ultimo è in compagnia nella top ten del cavolo cinese, le bietole, la barbabietola verde e gli spinaci.

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