Caso Avastin, torna a carico dello Stato anche per la maculopatia
Codacons: “Scelta tardiva”, soddisfatta l’Emilia Romagna

di valerio droga | 11 giugno 2014 | pubblicato in Attualità
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Ricordate lo scandalo Avastin che ha coinvolto le case farmaceutiche Novartis e Roche? La Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia del farmaco, Aifa, si è espressa a favore del reinserimento, a distanza di due anni, dell’Avastin nell’elenco dei medicinali coperti dal servizio sanitario nazionale per il trattamento della degenerazione maculare dell’occhio.

Roche, che produceva il farmaco, era stata multata assieme a Novartis (che produce un farmaco molto più costoso ma per molti versi analogo, il Lucentis) dall’Antitrust con una sanzione di 180 miliodi di euro, cui si è aggiunta la richiesta da parte del ministero della Salute di risarcimento di 1.200 milioni di euro. Il farmaco era erogato fino al 2012 dal servizio sanitario nazionale ma off label, cioè fuori dalle indicazioni per le quali era registrato. Due anni fa, però, era stato escluso dalla lista perché l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, aveva affermato che il farmaco non era sicuro se usato in ambito oculistico, costringendo di fatto a prescrivere il Lucentis, nonostante di gran lunga più costoso.

Questo rischio è stato però escluso dal Consiglio superiore di sanità e, di conseguenza, l’Aifa lo ha reinserito nell’elenco Meglio tardi che mai, ma non la pensa così il Codacons: “Si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati – ha detto il presidente Carlo Rienzi – con un provvedimento tardivo. Se fosse stato preso per tempo avrebbe consentito risparmi per la collettività pari a 1,2 miliardi di euro, soldi che ora, per essere recuperati, devono passare per le tortuose strade dell’azione risarcitoria intrapresa dal ministero della Salute. Ci chiediamo dove fosse l’Aifa quando numerosi studi scientifici avevano dimostrato la piena efficacia dell’Avastin al pari del Lucentis per la cura di diverse patologie della retina come la maculopatia legata all’età”.

Soddisfatto invece il commento dell’assessore regionale alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, che assieme al Veneto aveva chiesto l’inserimento del bevacizumab (ovvero l’Avastin) nella lista dei farmaci utilizzabili nella degenerazione maculare. “Si tratta di un risultato che la Regione Emilia-Romagna ha perseguito da molti anni in tutte le sedi, con determinazione e tenacia – ha detto Carlo Lusenti – e, come abbiamo sempre sostenuto, si tratta di una questione non solo economica, ma anche etica”.

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