Impagliazzo: "Un programma che rompe l'isolamento degli anziani"

“Viva gli anziani”, il progetto di Sant’Egidio fa risparmiare la sanità pubblica. L’elogio del ministro Lorenzin

di oggisalute | 14 maggio 2014 | pubblicato in Attualità,Cure e terapie
lorenzin

Che il volontariato fosse una risorsa importante per la società lo sapevamo già, ma il fatto che venga riconosciuto pubblicamente dal ministro della Salute come mezzo per avere “risparmi significativi per il servizio sanitario nazionale, che oggi si trova ad affrontare un problema di sostenibilità” è già una notizia, una bella notizia. Così le parole di Beatrice Lorenzin hanno commentato il programma “Viva gli anziani“, ideato e portato avanti ormai da dieci anni dalla Comunità di Sant’Egidio in tre rioni della Capitale. “Un modello lungimirante, che deve essere esteso, una filosofia basata sul principio di sussidiarietà, che mira a rompere la solitudine delle persone”, ha aggiunto il ministro.

Un programma portato avanti grazie a una rete di volontari, operatori di quartiere, servizi di prossimità, che – ha detto il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo – dà “una risposta vera ai problemi dell’oggi, perché rompe l’isolamento degli anziani mettendo in piedi una rete di solidarietà che contribuisce a creare una cultura nuova di cui l’Italia ha bisogno per uscire dalla crisi, e che attiva meccanismi di emulazione inaspettati”.

Il bilancio di dieci anni di “Viva gli anziani” è stato tracciato nel corso di un convegno all’ospedale di San Gallicano, presenti con autorità regionali e locali del settore, gli operatori e i partner dell’iniziativa. Il demografo Gianpiero Dalla Zuanna ha parlato di “un’azione lungimirante che guarda ad un futuro sostenibile del welfare, utilizza le tecnologie più sofisticate e favorisce la prevenzione delle problematiche derivanti da una transizione demografica che in 30 anni ha cambiato il volto del paese allungando di dieci anni, da 70 a 80, l’aspettativa di vita della popolazione”.

Giuseppe Liotta dell’Università di Tor Vergata, ha illustrato lo sviluppo del programma nei suoi dieci anni di vita, nel corso dei quali è venuto via rappresentando “una novità rilevante che arricchisce il panorama delle opzioni assistenziali con un intervento leggero, a basso costo, ma potenzialmente capace di offrire grandi opportunità di risparmio e di riallocazione dei fondi dedicati all’assistenza”. Insomma, “un esempio riuscito di quella che possiamo chiamare transizione assistenziale, cioè il passaggio a servizi personalizzati e domiciliari capaci di rendere la vita dei più anziani, più semplice, più accompagnata e in questo senso migliore”.

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