L'ambliopia va trattata quando ancora il sistema visivo ha plasticità

Occhio pigro, la prevenzione comincia in età prescolare
Controlli periodici dai tre anni in su

di maria letizia boccia | 31 gennaio 2014 | pubblicato in Prevenzione
ambliopia

Occhio alla vista, è il caso di dire, a tutte le età, anche se non si accusano disturbi visivi. Sembra un paradosso ma, in realtà, molti sintomi di malattie oculari passano inosservati. Questo accade perché il nostro cervello tende ad abituarsi al difetto visivo, soprattutto se progressivo. La prevenzione in oftalmologia significa evitare la cecità e l’ipovisione, salvaguardando così quel bene prezioso che è la vista.

Iniziamo, dunque, dai nostri figli, soprattutto quando ricomincia la scuola. Anche se i controlli della vista dovrebbero cominciare ben prima dell’età scolastica. L’età migliore per valutare l’armonico sviluppo morfologico e funzionale dell’apparato visivo, se il soggetto è sano, è fra i tre e i quattro anni, altrimenti anche alla nascita, per escludere malformazioni e malattie congenite.

Il periodo prescolare è il migliore per prevenire e curare l’ambliopia (il cosiddetto ‘occhio pigro‘), che può essere causata da quelle condizioni che non permettono all’occhio di vedere (grossi difetti visivi, strabismo, cataratta congenita, ptosi congenita). La visita oculistica può essere tranquillamente effettuata nei bambini che non sanno ancora leggere. Questo è uno dei motivi per cui spesso i genitori erroneamente non portano i propri figli alla  visita oculistica ritardandola fino all’età scolare, quando diventa più difficile il recupero funzionale. Infatti dopo i sei anni, tranne qualche rara eccezione, è pressoché inutile trattare l’occhio pigro, poiché essendo terminato il periodo “plastico” il sistema visivo non viene più modificato dai possibili trattamenti a nostra disposizione (occlusione dell’occhio migliore, uso di lenti correttive). È, quindi, solo attraverso un controllo periodico, esclusivamente effettuato da un medico oculista, che si possono riconoscere, prevenire o curare tempestivamente eventuali malattie oculari potenzialmente responsabili di ipovisione, se non, in alcuni casi di cecità.

Può apparire ovvio ribadire l’importanza del patrimonio inestimabile di informazioni ed emozioni che la vista sola sa donarci: basti dire che ci offre circa l’80% delle percezioni sensoriali. Eppure, in questo campo, manca quasi completamente un’adeguata cultura della prevenzione. È sufficiente guardarsi intorno per capire come viene mistificato il messaggio della prevenzione prettamente medica a vantaggio di campagne commerciali: esame della vista e non dell’occhio in quanto organo. Ancora oggi molte persone credono che tutti i problemi oculari possano essere risolti con un semplice paio di occhiali, purtroppo non è sempre cosi. Esistono patologie (maculopatie, glaucoma, degenerazioni retiniche, retinopatia diabetica, uveiti, cataratta) che se trattate tempestivamente, solo da un medico oculista, mediante mirate terapie farmacologiche, parachirurgiche e chirurgiche, possono, nella maggior parte dei casi, essere risolte.

La prevenzione medica rimane l’arma più efficace per evitare la cecità. Una visita oculistica completa contribuisce più di ogni altro strumento a difendere il senso più prezioso della vita.

Maria Letizia Boccia
Medico oculista, referente regionale Aimo per la Calabria
maletiziaboccia@yahoo.it
www.studiooculisticomediterraneo.com

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