Essere genitori ai tempi di Internet

Arriva il calzino wifi per lattanti
Monitora i parametri vitali 24 ore su 24

di valerio droga | 6 dicembre 2013 | pubblicato in E-health,Prevenzione
culla

La tecnologia è sempre un’arma a doppio taglio: può far male alla salute, creare dipendenze, può compromettere le relazioni sociali, ma può anche essere posta al reale servizio dell’uomo. Ed è questo il caso del calzino elettronico: monitora 24 ore su 24 il respiro e il battito cardiaco dei neonati anche mentre dormono e li invia, in tempo reale, agli smartphone con cui è collegato tramite la rete wifi. Si tratta di un dispositivo messo a punto da un’azienda statunitense e che presto potrebbe essere sul mercato.

Come afferma Jordan Monroe, co-fondatore della società che lo ha realizzato, “il calzino è in grado anche di rilevare la posizione assunta durante il sonno e la qualità del sonno stesso”, quindi può avvisare i genitori che il proprio bambino è rotolato a pancia in giù mentre dormiva, consigliando di andarlo a girare. I casi di morte improvvisa del lattante potrebbero diventare davvero una vera rarità. E le onde emesse? Faranno mica male al bambino? Beh, certo, non credo lo si possa escludere, tuttavia, spiega Monroe che la potenza del segnale proveniente dal calzino è un centesimo di quello di un comune cellulare. Se in questo modo si potessero ridurre drasticamente i casi di morte improvvisa del lattante, forse sarebbero più i beni che i mali.

Vorrei tuttavia porre l’attenzione su un aspetto più prettamente sociale, che poi ha ricadute sulla psiche del bambino e quindi sulla sua salute anche fisica. La tecnologia può venirci in aiuto, può ridurre le malattie o migliorarne la prognosi, prevenendole o curandole, ma il rischio è intenderla come un sostituto, una stampella per i genitori più impegnati o semplicemente con una minore vocazione a questo ruolo.

La psicologia oggi ci riferisce molti disturbi psicologici, che si riversano poi anche sul fisico (pensiamo ai disturbi dell’alimentazione, quali l’anoressia e la bulimia), che derivano da una carenza di accudimento tattile nella primissima infanzia. Strumenti quali il calzino wifi potranno pure essere dei sostegni utilissimi ma non devono mai diventare dei sostituti, dei surrogati affettivi, degli alibi per non affrontare eventuali difficoltà a ricoprire il ruolo genitoriale. Il dialogo con la madre, soprattutto nei primi mesi, durante i quali deve essere innanzitutto tattile, non può avere nessun surrogato tecnologico che regga, ha un valore terapeutico e formativo per il bambino e per la madre stessa. Insomma, avere un figlio non è la stessa cosa di un tamagotchi. Voi che ne pensate?

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