Aritmie cardiache

Cesena
Eseguito delicato intervento ablazione

di oggisalute | 15 agosto 2013 | pubblicato in Attualità
Ospedale Bufalini Cesena

E’ una tecnica molto complessa e delicata, praticata da pochissimi centri in Italia e serve per la cura delle aritmie cardiache.

Si tratta di una procedura che richiede un’equipe esperta, sofisticati sistemi di mappaggio e registrazioni continue dei segnali elettrici che provengono dal cuore. Parliamo dell’ablazione di tachicardia ventricolare. Quest’intervento è stato eseguito, nei giorni scorsi, nel reparto di cardiologia dell’Ospedale Bufalini di Cesena.

L’accelerazione del battito cardiaco, ovvero la tachicardia ventricolare, può essere molto pericolosa. In alcuni casi, estremi, può anche determinare l’arresto cardiaco e di conseguenza il decesso del paziente.

“Gli interventi di ablazione, spiegano dall’ospedale cesenate, consistono nell’eliminazione delle aritmie cardiache mediante l’utilizzo di speciali cateteri (sonde) che si introducono nel cuore e con i quali si creano delle piccole “bruciature”, per eliminare le aree di muscolo cardiaco malato che determina le aritmie.

Oltre alla complessità tecnica che questo intervento comporta, si tratta di una metodica che richiede anche un approccio multidisciplinare: il paziente deve essere perfettamente inquadrato dal punto di vista cardiologico; l’intervento spesso necessita della collaborazione dell’anestesista, anche dal punto di vista del supporto circolatorio; in alcuni casi può essere necessario anche l’apporto del cardiologo emodinamista e del chirurgo vascolare“.

Sottolinea Roberto Mantovan, direttore dell’U.O. di Cardiologia dell’Ospedale Bufalini che ha diretto l’intervento: “In sintesi, è necessaria una vera e propria task force anti-aritmica.

L’ablazione delle tachicardie ventricolari è una procedura delicata anche, e soprattutto, perchè più spesso queste aritmie si verificano in pazienti affetti da cardiopatie avanzate”.

Dall’inizio dell’anno al Bufalini sono già state eseguite 11 procedure del genere.

“Stiamo creando le condizioni – dice Mantovan – per poter affrontare anche le forme più avanzate (e pericolose) di aritmie ventricolari, anche attraverso il miglioramento e perfezionamento delle strutture esistenti”.

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