Bambini con steatosi epatica
Cuore a rischio

di oggisalute | 31 luglio 2013 | pubblicato in Prevenzione,Ricerca
obesità-infantile-

E’ quanto rivela uno studio della Sapienza condotto su bambini obesi con accumulo di grasso nel fegato: sono stati riscontrati danni a livello cardiaco sia funzionali che morfologici.

Pubblicato su ‘Hepatology’, rivista dell’Associazione Americana per lo studio delle malattie del fegato, la ricerca è frutto della collaborazione dei Dipartimenti di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile, Scienze della Salute Pubblica e Radiologia di Sapienza Università di Roma insieme all’Istituto di Farmacologia Traslazionale del Cnr.

La steatosi epatica non alcolica (Nafld), più conosciuta comunemente come fegato grasso, è la causa più frequente di malattia epatica nei bambini ed è una patologia emergente, che comprende un ampio spettro di condizioni epatiche; dalla semplice steatosi, alla steatoepatite con necro-infiammazione e fibrosi più o meno avanzata (condizione nota anche come steatoepatite non-alcolica (Nash), fino alla cirrosi.

I dati sulla popolazione pediatrica mondiale mostrano come questa patologia colpisca fino al 17 per cento dei bambini sani e al 50 per cento di quelli obesi.

Nello studio i ricercatori della Sapienza, coordinati da Lucia Pacifico, hanno dimostrato che in età pediatrica la steatosi epatica non alcolica si associa a una precoce alterazione della funzionalità cardiaca indipendentemente dai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare.

I risultati della ricerca, condotta su un campione di 126 bambini di cui 108 obesi (54 con evidenza di Nafld e 54 senza) e 18 bambini normopeso, hanno evidenziato che nei piccoli pazienti con Nafld il danno cardiaco, inizialmente asintomatico, è caratterizzato da un’alterazione della funzionalità diastolica e sistolica del ventricolo sinistro. La gravità di tali anomalie diventa maggiore quanto più severo è il danno epatico.

Le conclusioni dello studio aggiungono un importante tassello alla valutazione diagnostica del piccolo paziente con Nafld, confermando e dimostrando come questa tipologia di pazienti debba essere esaminata e trattata con un approccio multi-disciplinare e lungimirante, in modo da prevenire sia l’evoluzione del danno epatico sia del danno cardio-vascolare.

“L’importanza di un intervento di prevenzione su un target di giovanissima età  – ha sottolineato Lucia Pacifico – ha notevoli risvolti in termine di salute pubblica, fondamentalmente per due ragioni. In primo luogo, le alterazioni sia epatiche sia cardiache nella fase precoce sono passibili di reversibilità con un trattamento adeguato. In seconda istanza, agire subito significa fare un investimento per il futuro. Vantaggi in benessere ed in economia sono da non sottovalutare: basti pensare che già oggi le malattie cardiovascolari si configurano come prima causa di morbilità e mortalità nei Paesi industrializzati. Tanto più che le misure necessarie a combattere l’obesità, la steatosi epatica e la disfunzione cardiaca sono – ha aggiunto – davvero poco costose in denaro. E’ sufficiente adottare uno stile di vita sano, all’insegna della corretta alimentazione e dell’esercizio fisico“.

Lascia un commento

Protezione anti-spam *