Testato su 13 pazienti con diabete di tipo 1

Pancreas artificiale: positivi i primi test sui diabetici

di oggisalute | 11 giugno 2012 | pubblicato in Attualità
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Funziona il primo test su pazienti con diabete di tipo 1 di un pancreas artificiale capace di prevedere e quindi evitare gli sbalzi del livello del glucosio nel sangue. I risultati sono stati presentati al meeting della American Diabetes Association a Philadelphia. Il dispositivo dell’azienda Usa Animas consiste in una pompa sottocutanea che rilascia insulina unita a un chip che monitora il glucosio e a un software che prevede gli sbalzi. Testato su 13 pazienti ha mantenuto il glucosio a livelli ottimali.

“Un pancreas artificiale – spiega Aaron Kowalski, che ha coordinato lo studio – che non solo registra, ma riesce a prevedere livelli di glucosio troppo alti o troppo bassi regolando automaticamente l’insulina potrebbe alleggerire molto i problemi legati alla malattia”.

Dopo lo studio di fattibilità, consistito nella regolazione dei livelli per 24 ore consecutive, il dispositivo sarà usato in test clinici su più persone. Le potenzialità potrebbero essere ‘rivoluzionarie’ secondo Bruno Gridelli, direttore scientifico dell’Istituto Mediterraneo per i trapianti (Ismett) di Palermo: “Oggi il diabete di tipo 1 viene curato con la somministrazione di insulina – spiega Gridelli, il cui istituto ha appena iniziato il programma di trapianti di isole pancreatiche contro questa patologia – questo purtroppo non è in grado di prevenire le complicanze a lungo termine quali malattie cardiovascolari, insufficienza renale e retinopatia, inoltre espone i pazienti al rischio di coma, dai livelli troppi alti o troppi bassi di glucosio nel sangue. Una cura molto efficace è rappresentata dal trapianto di pancreas o di insule pancreatiche che però richiedono la somministrazione di farmaci antirigetto che deprimono il sistema immunitario. Un pancreas artificiale che rilasci insulina in risposta alle variazioni della glicemia analogamente a quanto fa il pancreas umano sarebbe quindi una terapia veramente rivoluzionaria del diabete”.

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